“L’azienda ribadisce che non si muove dalle sue posizioni e che per ritirare i licenziamenti bisogna applicare la solidarietà solo nei tre centri dove sono partite le procedure di mobilità. I sindacati unitariamente hanno detto che questa soluzione è inaccettabile e che la strada da seguire per noi è la solidarietà spalmata su tutti i siti Almaviva d’Italia”. A riferirlo dopo l’incontro di questa sera a Confindustria tra l’azienda Almaviva e i sindacati sono il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso e la rappresentante Slc Cgil Palermo ed Rsu Almaviva Rosalba Vella.

Dichiarazioni che fanno seguito all’incontro che si è svolto stamattina al Mise, durante il quale il vice ministro Teresa Bellanova ha riconosciuto che quello dei call center è un settore in espansione su cui un settore su cui il governo punta.

“E’ la prima volta che il governo ammette che si tratta di un settore strategico per il Paese e che sarebbe necessaria una politica industriale per potenziarlo così come l’istituzione di un fondo dedicato per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo. – aggiungono Maurizio Rosso e Rosalba Vella – Di fronte a degli annunci del genere, non è pensabile l’applicazione della solidarietà ai tre siti di Palermo, Napoli e Roma. Mettiamo alla prova il governo- Il vice ministro riconosce che il settore è in continua evoluzione e apre alle aziende che vorranno fare ricerca e investimenti sul campo con l’accesso a questo fondo di cui si è ipotizzato. L’altro punto sul quale bisogna puntare è la qualità dell’offerta al cittadino. La qualità è il principio fondamentale perché ci sia sviluppo nel settore e un aumento dell’occupazione”.

Almaviva Contact precisa però che nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali di oggi ha dato la disponibilità ad individuare soluzioni alternative alla procedura di licenziamento in corso, nel quadro del percorso indicato dal Governo. “La richiesta di ricorrere ad ammortizzatori sociali, avanzata dal sindacato, – si legge in una nota del sindacato – può essere collocata nel solo contesto che garantisca la necessaria sostenibilità dell’attività aziendale nei siti produttivi interessati dagli esuberi”.

Alamviva quindi è contraria ad ipotesi diverse: “Ogni altra posizione come quella di voler semplicemente prorogare strumenti che si sono rivelati inadeguati a fronteggiare un profondo stato di crisi ed hanno contribuito a generare pesanti perdite economiche appare strumentale e contraddittoria.

L’azienda inoltre accusa le organizzazioni sindacali di  essere “l’indisponibile a proseguire un confronto che avrebbe dovuto necessariamente investire altre decisive problematiche, nonostante tale confronto, fortemente sollecitato dal Governo, sia formalmente previsto dalle procedure di legge a garanzia di tutte le parti coinvolte.

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