Il Comune è tornato ad essere sciolto per infiltrazioni mafiose. E’ stato il consiglio di Stato ad avere ribaltato la sentenza del Tar che era stata emessa lo scorso 27 luglio, che aveva riabilitato l’amministrazione comunale.

L’amministrazione aveva impugnato il decreto del Presidente della Repubblica emesso l’11 febbraio del 2014 e con il quale il Comune era stato sciolto per presunte infiltrazioni mafiose.

Il sindaco si era quindi rivolto al Tar che lo scorso luglio gli aveva dato ragione. Ieri è arrivata la sentenza della terza sezione del consiglio di Stato che ha ribaltato ancora una volta le sorti amministrative del paese.

Nella sentenza si sottolinea che il Tar sosteneva che le infiltrazioni mafiose erano basate “sostanzialmente sulle mere dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, dichiarazioni, oltretutto, prive di riscontri fattuali e rese, allo stato, nella sola fase delle indagini preliminari”.

Ma il consiglio di Stato ha replicato, dicendo che “il grave quadro indiziario, che ha condotto alla scioglimento del consiglio comunale si fonda anzitutto sulle risultanze dell’operazione “Argo”, come ha ben messo in rilievo la relazione prefettizia, e sulla lettura delle intercettazioni, che rivelano un intreccio di conoscenze e di interessi tra gli esponenti della mafia locali e l’amministrazione comunale ben radicato.”

Il consiglio di Stato, nella sentenza, aggiunge che ritiene logiche, ben motivate, attendibili le conclusioni alle quali è pervenuta la relazione prefettizia, laddove ha sottolineato che «la pervasiva influenza dell’organizzazione mafiosa, emersa chiaramente dagli accertamenti esperiti dall’Arma dei carabinieri, evidenzia un quadro di palese alterazione della libera elezione degli organi elettivi del Comune di Altavilla Milicia, con conseguente capacità di compromettere il buon andamento della cosa pubblica, il regolare funzionamento dei servizi ed il libero esercizio dei diritti civili, minando così il sereno svolgimento dell’attività dell’intero apparato amministrativo e determinando pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica», poiché lo scenario investigativo ha evidenziato, di per sé, la capacità pervasiva della “cosca” mafiosa di Altavilla Milicia, nell’amministrazione del Comune, mettendo in luce elementi sintomatici del condizionamento mafioso, così evidenti da far ritenere al Prefetto inessenziale lo svolgimento di un accesso ispettivo”.

Era successo lo stesso per il Comune di Giardinello sempre in provincia di Palermo. Il Tar aveva annullato lo scioglimento poi è intervenuto il Consiglio di Stato che ha spedito in comune i commissari.