“La stroncatura della Corte dei Conti dell’accordo su aspettative e permessi sindacali alla Regione, dimostra l’incapacità del governo regionale a gestire il sistema delle relazioni sindacali così come da venti anni avviene nel resto d’Italia”.

Lo dichiarano in una nota Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia, insieme a Michele Palazzotto ed Enzo Abbinanti a nome della segreteria regionale Fp Cgil. “Uno dei motivi addotti dai magistrati – sottolineano – è la mancanza delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, lo stesso che ci ha portati a non firmare l’accordo del 29 dicembre scorso”.

Secondo Cgil e Fp, la mancata introduzione delle RSU alla Regione, previste già dalla legge regionale 10 del 2000, “costituisce un grave vulnus per la libera espressione democratica dei lavoratori ai quali viene sistematicamente impedito da anni di eleggere i propri rappresentanti”.

“Questo – si legge ancora nella nota – privilegia l’affermazione di un sindacalismo autoreferenziale che non si confronta con il consenso reale e che, come correttamente osserva la Corte dei Conti, si appropria di spazi di rappresentanza che spetterebbero ad organismi liberamente eletti”.

Sulla questione più generale legata alle osservazioni di natura economica fatte dalla Corte, Cgil e Fp rilevano che “il problema sta a monte, in una legge voluta fortemente dal governo regionale per recepire i parametri nazionali senza tenere conto delle peculiarità della contrattazione regionale: è ovvio che alla fine i magistrati contabili bacchettino l’Esecutivo per non essere stato conseguenziale con sé stesso”.