“Pensavo fosse una farmacia e invece… era ‘amore’”. Non si tratta del remake del film di Troisi, ma di un’esperienza unica per migliaia di utenti coinvolti dalla loro farmacia nel raccontare “l’amore vero” e che verranno premiati proprio il giorno di San Valentino.
Sono stati oltre duemila i cittadini di ogni età a partecipare a questo insolito concorso letterario promosso gratuitamente da 400 farmacisti in tutta Italia. In tanti hanno condiviso un pezzetto del loro cuore, aprendo la mente e spegnendo, per una volta, cellulari, schermi di pc e tablet.
Un esperimento che ha sorpreso per primi i farmacisti per l’entusiasmo generato nei loro clienti, e che li ha visti per la prima volta nella veste di chi, oltre a curare la salute del corpo, punta anche alla stimolazione della mente. Una sfida inedita che ha letteralmente inondato farmacie e parafarmacie di lettere e racconti in cui il protagonista è era sempre l’amore declinato in tutte le sue forme: da quello filiale a quello per amici, sport, hobby e animali.
Il concorso “Ama, scrivi e vinci” è uno degli esercizi ispirati dall’Accademia Farmacista Vincente di Eugenio Flaccovio, che ha deciso di contaminare il mondo editoriale, cui la sua famiglia fa parte da quattro generazioni, e quello delle farmacie, che rappresenta il focus della sua azienda: “Questo concorso ha voluto spronare i cittadini a scrivere una storia che ha fatto battere forte il loro cuore – afferma Flaccovio – perché oggi abbiamo tutti bisogno di essere attivi, di sentirci vivi. Non cercavamo grandi scrittori ma grandi emozioni. E ritengo che la farmacia, proprio perché rappresenta il Sistema Sanitario Nazionale, rivesta un preciso ruolo sociale con sollecitazioni positive come questa”.
Ai vincitori verrà assegnato, il giorno di San Valentino, un buono di 100 euro da spendere in prodotti dermo-cosmetici in ognuna delle farmacie e parafarmacie che lo ha avviato. Una sfida altrettanto ardua è toccata alle giurie esterne che hanno dovuto selezionare la storia più meritevole. Una ragazza, ad esempio, ha scritto di una principessa “stanca di viandanti che si spacciavano per il principe azzurro di turno. Poi mi levai la corona, il vestito e mi rimboccai le maniche per salvarmi da sola. Fu il drago che sorvegliava la torre, ad aiutarmi a fuggire trasformandosi nel mio principe azzurro. Certo non era come gli altri, ma a me piaceva proprio perché era diverso”. Per un bambino, invece, il Giorno della Memoria è stata l’occasione per raccontare il significato del vero amore: “Questo è accaduto tanti anni fa, per ragioni incomprensibili. Se l’amore avesse guidato le azioni degli uomini, questo non sarebbe mai accaduto”.
Il finale della sua storia poi è da incorniciare: “Volersi bene per noi piccoli è facile e spontaneo, ma non capisco perché voi grandi avete chiuso la felicità dentro un cassetto che avete smarrito”.
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