Creare un sistema integrato di prevenzione di ogni possibile rischio di tipo sanitario e di sicurezza legato all’intero ciclo dell’acqua potabile, che vada oltre e sia posto a monte dell’attuale sistema di costanti e periodici controlli ordinari sulla qualità. Questo l’obiettivo principale del “Piano di sicurezza dell’acqua – PSA” al quale l’AMAP lavorerà dai prossimi giorni con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità.

Nuova filosofia di prevenzione

Il Piano, che si basa sulla Direttiva europea 2020/2184 sulla qualità dell’acqua e che segue le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute, “supera il concetto di controllo e monitoraggio come sono oggi intesi – spiega Alessandro Di Martino, Amministratore Unico di AMAP – con una nuova filosofia che mira soprattutto alla prevenzione sotto il profilo tecnico e operativo e ad un appropriato uso della risorsa idrica da parte dei cittadini”.

Il “Piano di sicurezza dell’acqua – PSA”

Il PSA, per la cui stesura si terrà la prossima settimana una prima riunione operativa fra i tecnici dell’azienda e gli esperti dell’Istituto di Sanità, si muoverà su 4 assi principali che corrispondono ad altrettanti obiettivi:
– la prevenzione di emergenze di tipo idrico-potabile, attraverso una valutazione di ogni possibile evento critico nelle sorgenti e negli invasi, agli impianti di potabilizzazione e lungo la rete di distribuzione, tenendo conto anche degli scenari che si stanno delineando con il cambiamento ambientale e climatico in atto;
– la tempestiva verifica di eventuali eventi di contaminazione, attraverso un sistema di monitoraggio, telecontrollo ed allarme anticipato;
– la protezione delle aree di captazione e delle sorgenti, con la predisposizione di piani condivisi con tutti gli enti e le istituzioni coinvolte;
– la messa in atto di condizioni adeguate per favorire la partecipazione dei cittadini in modo consapevole e attivo, migliorando strumenti e procedure di comunicazione ordinaria e di emergenza.

“Tutto questo – spiega ancora Di Martino – avverrà ricorrendo necessariamente ad una reingegnerizzazione dei sistemi di raccolta e analisi dei dati, la costruzione di basi informative tramite le quali condividere informazioni non solo all’interno dell’azienda, ma anche e soprattutto con gestori, Enti ed Istituzioni che si occupano di monitoraggio e protezione del territorio e della salute nel nostro territorio”.

44 Comuni coinvolti

Proprio per l’ampiezza del lavoro previsto, in considerazione della dimensione assunta dall’Amap con i 44 comuni serviti nell’area metropolitana, il processo di stesura del Piano si svolgerà per gradi, partendo dal sistema acquedottistico dello Jato, che, alimentato dalle acque del lago Poma di Partinico, è a servizio dei comuni di Balestrate, Trappeto, Terrasini, Cinisi, Carini, Capaci e Isola delle Femmine, oltre che di un’ampia parte del capoluogo, con una popolazione servita di circa 150.000 abitanti.

“Così come per il piano di sviluppo e investimenti strutturali – conclude Di Martino – la nostra prospettiva è stata tarata a realizzare un sistema che duri nel tempo, valicando certamente almeno i prossimi decenni anche tenendo conto dell’evoluzione del nostro territorio e delle condizioni climatiche, per dare ai cittadini la garanzia di poter usare una risorsa non soltanto pubblica, ma sicuramente di alta qualità e sicurezza”.