Gli stipendi dei dipendenti Amap sono salvi. Da fonti sindacali si apprende infatti che la Procura ha accolto parzialmente l’istanza, presentata dall’avvocato Giovanni Di Benedetto, con la quale il legale dell’azienda aveva chiesto la conversione del sequestro preventivo dei conti aziendali operata dalla Guardia di Finanza su richiesta del gip. Decisiva una somma pari a circa 2.960.000 euro, derivata da crediti che la società Partecipata vanta nei confronti del Comune di Palermo per le attività di manutenzione delle caditoie in città. Decisione che quindi consentirà non solo di corrispondere gli emolumenti ai lavoratori, ma di consentire la prosecuzione della continuità aziendale sul territorio di Palermo e dei 40 comuni della provincia coperti dalla società. Buona parte dei conti correnti rimarranno però bloccati, in attesa della decisione del Tribunale del Riesame.

I sindacati: “Primi passi in avanti”

Maurizio Terrani - Uiltec Uil

Maurizio Terrani – Uiltec Uil

Una notizia che placa così i malumori che questa mattina erano serpeggiati fra i dipendenti dell’azienda, una volta appreso della prosecuzione della fase interlocutoria al tavolo di confronto a cui partecipavano i sindacati, il prefetto Maria Teresa Cucinotta e i rappresentanti dell’azienda e del Comune di Palermo. Fatto che ha trovato la soddisfazione delle sigle sindacali.

“Abbiamo da poco avuto notizie dall’Amministrazione che la magistratura palermitana ha dato la disponibilità a sbloccare parte delle somme (quasi 3 milioni di euro) derivanti dai crediti che Amap vanta dal Comune di Palermo per poter pagare gli stipendi e procedere alle forniture necessarie per la continuità del servizio”, dichiarano i segretari di Filctem Cgil Palermo Calogero Guzzetta, Femca Cisl Palermo Trapani Andrea Perrone, Uiltec Uil Sicilia Palermo Maurizio Terrani e il coordinatore provinciale di Federenergia Cisal Daniele Ciulla – Questo da un lato può essere considerato un primo passo avanti, in quanto al più presto gli stipendi potranno essere erogati. Chiaramente la vertenza non è risolta, perché se non la si affronta in termini strutturali, e se non si trovano delle soluzioni a lungo termine, a breve rischieremo di trovarci esattamente nella stessa condizione di oggi”. Rimane invece confermato il sit-in indetto dalle sigle sindacali per le ore 12 di giovedì’ 1 giugno presso Palazzo delle Aquile.

 

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