“La mancanza di trasparenza, ancora una volta è la tara del governo Musumeci. Stavolta tocca al piano amianto che passa col voto favorevole in Commissione Ambiente Ars.

Il governo dice che in Sicilia sono stati individuati 35 siti di stoccaggio ma, a domanda, ne elenca solo quattro a titolo esemplificativo: Biancavilla e le miniere dismesse Bosco di San Cataldo, di Milena e di Pasquasia.

Su tutto il resto regna il mistero glorioso su cui il Pd non intende assolutamente soprassedere: vogliamo conoscere l’elenco completo e i criteri che hanno portato all’individuazione dei quattro prescelti”. Lo dichiara il deputato e segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, dopo l’approvazione in commissione regionale del Piano regionale per l’amianto.

Rincara la dose Renzo Bufalino, vice segretario del Partito e primo cittadino di Montedoro: “Il giudizio negativo è legato soprattutto ai siti individuati che, come affermato dai tecnici della Protezione Civile, sono stati scelti – spiega – senza aver prima valutato altre alternative. Infatti, alcuni di questi presentano grosse criticità che, a parer nostro, non li rendono idonei al deposito di un rifiuto così pericoloso”.

Secondo Melissa Pappalardo, presidente dell’associazione LAM (Lotta al Mesotelioma), sentita dalla Commissione, ci sono altre criticità non affrontate dal Piano: “non vengono infatti prese in considerazione – afferma – le problematiche legate all’inquinamento ambientale da fluoroedenite del Comune di Biancavilla. Inoltre il piano è lacunoso poiché – aggiunge – l’Inail non riconosce la malattia come professionale perché generata da problematiche ambientali: ciò vuol dire un unico sussidio una tantum nei confronti dei malati anziché la pensione di invalidità come invece avviene in altre realtà nazionali. Il Piano è carente anche in materia di screening perché – conclude – la fascia di età prevista negli attuali è ormai superata da evidenti casi clinici”.

“Con un colpo di mano la maggioranza che sostiene il governo Musumeci ha oggi dato parere favorevole in commissione ambiente al piano amianto che stabilisce senza nessuna trasparenza, che tra i siti che rientrano nel piano in Sicilia dove stoccare i rifiuti, sono stati individuati quelli di Biancavilla, la miniera dismessa Bosco di San Cataldo, la miniera dismessa di Milena e quella di Pasquasia. Vogliamo sapere quali sono i criteri oggettivi, se esistono, che hanno portato a individuare questi quattro siti e perché non sono stati ascoltati comitati ed associazioni”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars Giampiero Trizzino, Stefania Campo, Stefano Zito e il deputato gelese Nuccio Di Paola a proposito della scelta dei siti di stoccaggio dell’amianto individuati nel piano regionale dell’amianto. “Solo dopo le nostre pressanti richieste – spiega Nuccio Di Paola – oggi l’assessore Cordaro ha ammesso che ci potrebbero essere circa 30 siti potenziali per lo stoccaggio dell’amianto in Sicilia. A maggior ragione pertanto sarebbe stato utile e soprattutto trasparente conoscere i criteri che hanno spinto la maggioranza Musumeci a individuare proprio queste quattro aree di cui due sono nel Nisseno, considerato a quanto pare, una discarica da Musumeci e soci. Il Movimento 5 Stelle non può essere complice di questa scelta e ha il dovere rendere pubblico il giochetto perpetrato oggi in Commissione Ambiente. Noi siamo più che favorevoli alla bonifica dell’amianto in Sicilia, ma riteniamo poco chiare le ragioni che inducono la maggioranza a indicare questi quattro siti per lo stoccaggio a meno che non vi siano delle ragioni oggettive che però al momento non ci è dato conoscere. Invitiamo Musumeci e la sua maggioranza a rivedere e rendere pubblici questi criteri e a ripartire in maniera equa i rifiuti speciali” – conclude Di Paola.