Tra i 74 furbetti del reddito di cittadinanza c’erano cinque soggetti che avevano aperto una partita Iva. C’era chi aveva un internet point e un posto di telefono pubblico, un altro si occupava di ristorazione, ancora un terzo furbetto si occupava di coltivazione di cereali, infine ancora uno aveva una licenza di commercio ambulante.
Sono alcuni dei casi scoperti dai finanzieri del Gruppo di Palermo, diretti dal colonnello Alessandro Coscarelli che hanno incrociato i dati nella banca dati dei militari e quelli dell’Inps. Chi percepiva il sussidio e aveva vinto 200 mila euro con le scommesse on line.
“C’è chi non ha dichiarato le vincite al gioco – dice il colonnello Coscarelli – nonostante per giocare sia necessario aprire un conto corrente virtuale ovviamente con tanto di codice fiscale. Basta fare un controllo incrociato per scoprire chi non aveva diritto al sussidio”. In un caso è stato ancora più semplice. E’ bastato incrociare i dati dell’Inail con quelli dell’Inps. E’ saltato fuori che uno dei furbetti percepiva già un sussidio per infortunio sul lavoro. Reddito aggiuntivo che è stato dimenticato di segnare nell’autodichiarazione.
Gli espedienti per ricevere il sussidio sono davvero tanti. C’è chi in questi anni ha dichiarato un contratto di locazione registrato all’agenzia dell’entrate per soli due mesi. Atto che è stato poi dichiarato successivamente per potere avere un Isee più basso e percepire il sussidio più alto.
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