In senso letterale si traduce “soffiatore nel fischietto”. In senso pratico il whistleblower è il dipendente che, lavorando all’interno di un’azienda pubblica o privata, si trova ad essere testimone di un comportamento irregolare o illegale potenzialmente dannoso per i cittadini, i colleghi, gli utenti e per la stessa immagine dell’azienda e decide di segnalarlo.
Adesso la possibilità di esercitare il whistleblowing, strumento legale già collaudato da diversi anni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, si affaccia in un settore delicato come quello della sanità e in particolare all’Azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello.
Già da qualche giorno sull’home page del sito aziendale www.ospedaliriunitipalermo.it, spicca una finestra dedicata proprio al whistleblower con una procedura software accessibile dal link https://wb-villasofia.issos.it/ che offre la possibilità a tutti i dipendenti aziendali, una volta registrati, di segnalare il comportamento illecito. Un’iniziativa messa a punto dal Responsabile aziendale prevenzione corruzione, Caterina Lo Presti, che risponde in pratica ad una specifica previsione della legge anticorruzione del 2012, la famosa 190, che prevede proprio la tutela del dipendente che segnala illeciti, segnando un percorso chiaro per favorire la denunce, ma nello stesso tempo scongiurando rischi, discriminazioni e ritorsioni per il denunciante.
Insieme alla piattaforma è stato anche lanciato uno spot e un depliant informativo, ed è stata organizzata una capillare fase di formazione per i dipendenti con sei incontri già svolti ed altri otto in programma entro aprile. “Un passaggio importante – sottolinea il Direttore Generale di Villa Sofia-Cervello, Gervasio Venuti – che non rappresenta solo un fatto formale, legato ad un obbligo di legge, ma che offre un servizio e un’opportunità tutelata per contrastare fenomeni in molti casi difficili da scovare, ma che sono fonte di illegalità, sprechi, disagi per utenti e dipendenti stessi, costituendo un danno enorme per la struttura e per l’intero sistema sanitario”.
Può essere segnalata qualsiasi tipo di irregolarità a rischio reato, corruzione, mobbing, irregolarità nei concorsi, danno erariale, affidamento di incarichi, discriminazioni, mancata attestazione di copertura finanziaria in atti aziendali.
La segnalazione viene automaticamente indirizzata al responsabile aziendale prevenzione corruzione, per l’avvio di una specifica istruttoria interna. Nel caso in cui, completata l’attività di verifica, la segnalazione risulti fondata, il responsabile per la prevenzione della corruzione provvederà a comunicare l’esito dell’accertamento alla Direzione Generale dell’Azienda, per le ulteriori eventuali azioni che si rendano necessarie a tutela dell’Azienda, comunicando l’esito al dirigente responsabile della struttura di appartenenza dell’autore della violazione accertata, per i provvedimenti di competenza, anche provvedimenti disciplinari, se sussistono i presupposti. Di contro qualora invece la segnalazione, a seguito di istruttoria, risulti assolutamente infondata o effettuata per danneggiare altri soggetti, il finto whistleblower rischia sanzioni disciplinari o addirittura una denuncia anche penale.
La procedura avviene nel rispetto dei principi di imparzialità e riservatezza.
Le informazioni sull’identità del whistleblower, sono criptate anche per il Responsabile prevenzione della corruzione e sono esclusivamente detenute dall’amministratore del sistema che è una struttura esterna all’Azienda, incaricata di conservare queste informazioni sui propri server dedicati, non accessibili ai dipendenti aziendali. Nei casi in cui sia indispensabile conoscere l’identità del whistleblower per il prosieguo delle indagini e per la difesa dell’incolpato, con il consenso del segnalante, il Direttore Generale dell’Azienda Villa Sofia-Cervello dovrà inviare formale richiesta all’Amministratore del sistema informatico.
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