La vicenda risale al 24 maggio, quando il Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo riceve una pec avente per oggetto “Segnalazione cautelativa urgente”, dal contenuto che appare come una minaccia all’indirizzo dei figli del maresciallo Lombardo. Un contenuto criptico che sembra finalizzato a costringere i figli di Lombardo a non proseguire nella ricerca della verità sulla morte del padre. Una morte che a distanza di 26 anni rimane avvolta nel mistero.

Le minacce al figlio

Un mistero dietro l’altro, dietro la morte del maresciallo Antonino Lombardo, il sottufficiale del Ros trovato con la testa insanguinata nella sua auto, nel marzo 1995, all’interno della caserma dei Carabinieri ‘Bonsignore’ di Palermo. Ufficialmente morte per suicidio. Ma il figlio del maresciallo, Fabio Lombardo, non ha mai creduto alla pista del suicidio e sta scavando sulla vita del padre.

Solidarietà dai familiari vittime di mafia

“A nome mio e dei familiari di vittime innocenti di mafia, esprimo la massima solidarietà ai figli del maresciallo Lombardo, oggetto di una mail inviata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, dai toni intimidatori e probabilmente mirati a impedire che si voglia far piena luce sul ‘suicidio’ del padre avvenuto il 4 marzo 1995. Un suicidio rispetto al quale i famigliari hanno sempre nutrito seri dubbi”. Ad affermarlo è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei familiari di vittime innocenti di mafia, dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, con una nota di ferma condanna dell’atto intimidatorio.

“Necessario venga fatta la massima chiarezza”

“Mi auguro – conclude Ciminnisi – che gli inquirenti individuino al più presto il responsabile di questo grave gesto, esortando comunque i figli del maresciallo Lombardo, Fabio e Rossella, e il loro legale, l’Avv. Alessandra Maria Delrio, a proseguire nella ricerca della verità sull’inquietante suicidio del militare che avrebbe dovuto portare in Italia il boss Gaetano Badalamenti”.