“Vedremo come la direzione di lunedì deciderà” E’ lapidario il coordinatore nazionale di Ap Maurizio Lupi, l’uomo destinato a prendere in mano la situazione per tentare la via della sopravvivenza di Ap. Lo ha detto parlando con i giornalisti a Montecitorio.
Lupi ricorda quali sono le strade, tra alleanza con i dem e corsa in autonomia. Si tratterà di decidere se optare per l’intesa con i dem o “ritenere chiusa l’esperienza istituzionale e di governo con il Pd e di non trasformarla in accordo politico perché non lo è mai stato” e costituire quindi un “soggetto moderato forte”.
La strada da percorrere è difficile all’indomani del passo indietro di Angelino Alfano, una scelta che ha dato il via libera ai tanti che vogliono correre verso il centrodestra ma che ha anche aperto la via ad una nuova leadership verso quello che sembra il progetto più probabile in alterntaiva alla consunzione, il soggetto autonomo e centrista.
Lupi ha ricordato che “nei territori, penso a Liguria e Lombardia o a Catanzaro, lavoriamo già da anni, e continuiamo a lavorare, con coalizioni di centrodestra. La caratterizzazione di queste coalizioni è che sono serie, guidate da persone moderate e che si confrontano sulle soluzioni concrete per i cittadini. Questa è la strada che abbiamo davanti”.
Una apertura, dunque, anche a chi pensa di scappare via. Un accordo con la destra è possibile qua e la, così come è possibile con la sinistra altrove. Insomma l’idea è quella del partito ago della bilancia.
In Sicilia questo progetto centrista che faccia da ago della bilancia tenta molto la sentarice Simona Vicari che sta valutando proprio l’idea Lupi. Ci sono, poi, le fazioni ben definite fra chi spinge per la permanenza in una coalizione di centro sinistra e chi vorrebbe una alleanza a destra subito.
Le voci da due giorni parlano di un clamoroso saluto ad Ap ed un ritorno a destra di Giovanni la Via, l’ormai ex candidato vice presidente della Regione del centro sinistra in Sicilia. Però la strada Lupi potrebbe evitare la diaspora e La Via, che moderato lo è, potrebbe scegliere la strada del dialogo. Con lui sarebbero pronti a fare il viaggio di ritorno Nino Bosco, il senatore Giuseppe Marinello e il deputato Vincenzo Garofalo. Ma anche qui un partito indipendente dal centrosinistra che si allea dopo le elezioni potrebbe fare la differenza.
Nulla di ufficiale ma la spaccatura con i commissari e coordinatori del partito ovvero il catanese Giuseppe Castiglione e il palermitano Dore Misuraca che insistono sull’alleanza con il Pd potrebbe diventare confronto interno. Si destreggia fra le posizioni Vincenzo Vinciullo che dopo il risultato elettorale buttato al vento a causa dello sbarramento non superato cerca, più che altro, garanzie elettorali.
Ma Alfano, pur non ricandidandosi, cosa farà? Appare difficile che si faccia davvero da parte. Probabilmente sarà lì a fare il ‘padre nobile’ della formazione che ha pur sempre creato lui. O forse no?
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