“Ho letto tante cose sui giornali, prenderemo una decisione tutti insieme lunedi. Sto lavorando per l’unità e non vedo scissioni all’orizzonte. Dobbiamo lavorare uniti per fare la scelta migliore per l’Italia come facemmo cinque anni fa. Non è tanto una questione di posizionamento ma di saper dare risposte ai cittadini con coerenza e competenza”.
Punta a fare il numero due nel partito che fu di Alfano, accanto a Maurizio Lupi che sembra destinato a diventarne il nuovo leader il ministro della salute beatrice Lorenzin. Lo fa con dichiarazioni concilianti. Per poter essere qualcosa in un partito serve, prima di tutto, che il partito esista. Ed è a questo che si lavora: evitare la scissione di Ap
Una apertura, dunque, anche a chi pensa di scappare via. Un accordo con la destra è possibile qua e la, così come è possibile con la sinistra altrove. Insomma l’idea è quella del partito ago della bilancia.
In Sicilia questo progetto centrista che faccia da ago della bilancia tenta molto la sentarice Simona Vicari che sta valutando proprio l’idea Lupi. Ci sono, poi, le fazioni ben definite fra chi spinge per la permanenza in una coalizione di centro sinistra e chi vorrebbe una alleanza a destra subito.
Nulla di ufficiale ma la spaccatura con i commissari e coordinatori del partito ovvero il catanese Giuseppe Castiglione e il palermitano Dore Misuraca che insistono sull’alleanza con il Pd potrebbe diventare confronto interno. Si destreggia fra le posizioni Vincenzo Vinciullo che dopo il risultato elettorale buttato al vento a causa dello sbarramento non superato cerca, più che altro, garanzie elettorali.
Ma Alfano, pur non ricandidandosi, cosa farà? Appare difficile che si faccia davvero da parte. Probabilmente sarà lì a fare il ‘padre nobile’ della formazione che ha pur sempre creato lui. O forse no?
Leggi anche
Commenta con Facebook