Non un colpo di fucile o la trappola di un bracconiere, come più spesso si è abituati a leggere, ma una infezione batterica che si è sviluppata nell’artiglio di una zampa.

Si tratta di una grande Aquila reale recuperata, grazie alla segnalazione di un cittadino, nel Parco Naturale Adamello Brenta, in provincia di Trento. L’animale era stato notato in terra e non riusciva a riprendere il volo. L’escursionista si è così rivolto al Settore Ricerca Scientifica – Educazione Ambientale del Parco che si è attivato per il recupero.

L’animale, impedito nel volo e per questo trovato in terra, veniva sistemato in maniera adeguata per affrontare senza danni il viaggio di ritorno ed essere consegnato alla LIPU di Trento che provvedeva al ricovero presso il Centro Recupero Fauna Selvatica di San Rocco. Si tratta di una struttura istitituita nel 2007 dalla Provincia Autonoma ed affidata alla LIPU. Qui avverrà il recupero del rapace che sarà seguito fino al ritorno non natura.

Gli esami medico veterinari hanno appurato la presenza di una infezione batterica ad un artiglio di una zampa, che è stata causa di un indebolimento generale. Una situazione che, avendola privata della possibilità di procacciarsi il cibo, non poteva che prospettare esiti nefasti. Ed invece, grazie ai soccorsi, si spera che tra circa 10 giorni, al termine della cura antibiotica, l’aquila potrà tornare tra i suoi monti.

Se in Trentino si prospetta la liberazione dell’Aquila reale, in Sicilia, invece, si continua a vedere, tranquilla e libera, un’Aquila imperiale. Un animale pervenuto al Centro di Recupero di Ficuzza (PA) gestito dalla LIPU per conto dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana e liberata dopo il ricovero dovuto ad un trauma alare.

Circa un mese addietro, infatti, l’animale veniva liberato grazie alle cure fornite dal Centro. Di recente, grazie al sistema GPS, si è avuta conferma del buon stato di salute essendo stata osservata pochi giorni addietro lontana dal luogo della liberazione ma sempre in Sicilia. Si tratta di un animale proveniente dalla Slovacchia, così infatti mostrava l’anello che portava alla zampa. Si spera, una volta finito l’inverno, nel suo ritorno nei luoghi di nidificazione.

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