“Non ci sono arance siciliane in vendita nel mercato ortofrutticolo a Palermo. Per lo più sono spagnole, egiziane e turche. Arance e mandarini siciliani si trovano in piccolissima percentuale”. A dirlo è Luca Ferlito comandante del nucleo operativo del Corpo forestale siciliano che la scorsa settimana ha eseguito un controllo straordinario al mercato ortofrutticolo di Palermo.

Un’attività programmata con la quale è stato passato al setaccio l’intero mercato controllando la qualità della merce in vendita e soprattutto la tracciabilità

“Sono state impegnate dieci squadre si sono focalizzate a verificare in ogni box quale tipologia di merce era messa in  vendita, come era arrivata la merce e con quale documentazione commerciale. Abbiamo verificato che a Palermo arrivavano circa 25.000 chili di agrumi ogni settimana. Agrumi dall’estero, per lo più da paesi extra-Ue – aggiunge Ferlito – Ma queste informazioni spesso non arrivano ai consumatori”.

E invece in base alle norme Ue anche i venditori al dettaglio sono tenuti ad informare i consumatori da dove proviene la merce.  “Su ogni articolo di ortofrutta in vendita – aggiunge Ferlito – ci deve essere il suo cartellino. Deve essere riportata Innanzitutto il paese di origine dove è stato, dove è stato prodotto. E questo quindi l’origine, quindi la provenienza e per alcuni, per alcuni prodotti anche il calibro e categoria, per esempio per gli agrumi sicuramente ci va il calibro e la categoria”.

E se il venditore al dettaglio il fruttivendolo non comune la provenienza del prodotto rischia una multa da 1000 a 1100 euro. “Di questi controlli abbiamo iniziato a farne tanti e continueremo. Per questo è bene i venditori al dettaglio devono sapere che rischiano una sanzione se non espongono un cartellino dove si legge la provenienza del prodotto”.

I controlli del corpo forestale hanno riguardato anche i caseifici. “Abbiamo sequestrato insieme ai veterinari dell’Asp di Catania ai primi di febbraio un caseificio assolutamente totalmente sconosciuto e abusivo sotto tutti i punti di vista. Quindi abbiamo proceduto al sequestro di oltre 1500 chili di formaggi. Ma c’era anche carne congelata, ma nessuna operazione oltre 100 litri di olio e 500 litri di vino. Era un negozio, era una rivendita di prodotti agroalimentari assolutamente abusiva sotto tutti i profili e quindi non abbiamo potuto fare altro che sequestrare tutto e segnalare tutto all’autorità giudiziaria e poi elevare le sanzioni amministrative previste per la tracciabilità e per tutta una serie”.

 

La versione podcast della puntata di Talk Sicilia