Domenica (3 luglio) all’Oratorio di San Mercurio, avrà luogo il quarto appuntamento della seconda rassegna concertistica ARCHItetture che il Conservatorio di Palermo organizza insieme all’Associazione Amici dei Musei Siciliani, insieme a cui sono stati selezionati e che presenteranno al pubblico i luoghi d’arte prescelti quale teatro degli appuntamenti musicali, invita al suo terzo appuntamento nella cornice dell’Oratorio di San Lorenzo.
Il progetto, a cui collaborano anche l’Arcidiocesi di Palermo e l’Associazione AgorArte, sarà coordinato anche quest’anno da Elena Ponzoni, docente di Quartetto e Musica di Insieme per Archi i cui allievi saranno protagonisti della manifestazione.
Migrazioni sono quelle cui assistiamo ogni giorno, in terra di Sicilia specialmente, sentendoci combattuti tra sentimenti di pietà e di paura insieme. Fame e guerre ne sono i motori principali.
Più felici e feconde quelle di cui vogliamo parlare, perché un artista può scegliere di migrare, anche solo con l’immaginazione e la sensibilità. Musica dunque in cui le anime di chi crea cercano contatti con culture diverse, dando vita a nuove identità sonore.
Uno scambio forzato ed uno cercato: la Storia ci insegna che i grandi cambiamenti e l’evoluzione dell’uomo ne sono l’inatteso dono.
Anime migranti è un brano del giovane compositore e strumentista Raffaele Pullara che attingendo a ritmi e sonorità di natura popolare descrive il viaggio dell’emigrante, la cui anima “…è costretta a ritrovare tutte le proprie certezze in un luogo asettico, un luogo senza ricordi”. Il viaggio continua con Variazioni su tema di Gismonti, in cui l’autore napoletano Antonello Paliotti si confronta con il grande polistrumentista e compositore brasiliano Egberto Gismonti, artista eclettico che da un’iniziale formazione classica ha saputo spaziare attraverso diversi generi, riuscendo nelle sue composizioni a coniugare linguaggi provenienti dal jazz come dalla musica popolare della sua terra. Il pezzo da cui Paliotti prende spunto per avviare una serie di variazioni, é Agua&Vinho, qui presentata con un curioso organico, dove timbri e caratteri diversi si fondono grazie all’uso del pizzicato nella parte degli archi.
Di Igor Stravinskij, la cui curiosità per nuovi linguaggi musicali è sempre stata viva, il Tango, nel quale la personalissima sensibilità ritmica si integra perfettamente con quella della danza, alla cui origine concorrono gestualità musicali attinte dalla tradizione europea – africana – sudamericana. Dall’originale per pianoforte solo, il giovane Salvatore Passantino ha tratto questa versione per sestetto, in cui archi e strumenti a pizzico trovano fusione grazie al suono legante della fisarmonica. Proseguiamo con due trascrizioni dello stesso Passantino, tratte dalla raccolta 44 Duos per due violini di Béla Bártok, autore ungherese considerato tra i precursori dell’etnomusicologia, in cui l’anima popolare é evidente nell’uso di scale/tonalità sovrapposte e nell’andamento declamatorio. Dopo una brevissima sosta alla Porta d’Oriente, piccola sorpresa che riserviamo a chi ascolta, il ritorno in Italia. Variazioni sul Basso di Tarantella di Antonello Paliotti – autore che molto ha ragionato e sperimentato della musica campana – per scoprire che quanto di più italiano il mondo attribuisce a Napoli, così tutto nostro non é.
Lo spettacolo si terrà all’Oratorio di San Mercurio, nel vicolo di San Giovanni degli Eremiti Palermo, domani, alle 19. L’ingresso è libero.
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