La mostra milionaria della Regione siciliana a Cannes e lo scandalo che ne è derivato non avranno conseguenze penali anche se, al punto di vista amministrativo, il Tar ha già dichiarato illegittima la procedura con una sentenza passata in giudicato.

Archiviazione per tutti gli indagati

Il gup di Palermo Patrizia Ferro ha archiviato l’inchiesta considerando le prove acquisite non sufficienti a portare ad un processo.

Non ci saranno conseguenze penali per i funzionari regionali che firmarono le carte della convenzione con la società del Lussemburgo, la Absolute Blue, che organizzò la mostra a Cannes.

Nessun processo per Lucia Di Fatta, dirigente generale del Dipartimento turismo all’epoca dei fatti sia sotto l’assessore Manlio Messina che con l’assessore Francesco Scarpinato. Niente processo anche per Calogero Franco Fazio, il dirigente del Turismo che firmò il contratto da 3 milioni e 700 mila euro in tre anni ne per Nicola Tarantino, responsabile della Sicilia film Commission che promosse l’evento. I dirigenti erano difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Gerbino e Massimo Motisi.

La Regione revocò gli incarichi in autotutela

Le ipotesi di falso pubblico e turbata libertà degli incanti non sono provate ne ci sono elementi per proseguire le indagini, secondo il gip. Ciò perché la società del Lussemburgo ha dimostrato di essere esclusivista di quegli spazi e l’opportunità o meno di promuovere così la Sicilia non è un fatto di rilevanza penale. C’è poi la revoca in autotutela voluta dal Presidente della regione che di fatto ha bloccato possibili ipotesi di reato.

La vicenda può essere considerata un fatto amministrativo tanto che il TAR ha chiuso il suo giudizio oltre un anno fa, nell’aprile del 2024 dopo che la sentenza del 9 marzo che aveva comunque considerato la procedura illegittima sul fronte amministrativo, divenne definitiva per mancato ricorso nei termini. In quel, pronunciamento il Tar aveva considerato valido il provvedimento della Regione in autotutela e respinto il ricorso della società affidataria dell’incarico senza gara. L’assessorato regionale siciliano al Turismo aveva, infatti, revocato il finanziamento dopo che Schifani aveva firmato una lettera con la quale intimava proprio la revoca in autotutela a seguito del parere dell’avvocatura generale.

L’archiviazione penale un fatto atteso

Di fatto la revoca dell’incarico da parte della regione ha messo al sicuro da conseguenze di natura amministrativa ed ha dato impulso anche alla mancata concretizzazione di un reato di natura penale.

Anche per questo l’archiviazione era un fatto atteso da tempo. La procura europea che aveva indagato su questi fatti aveva riscontrato le difficoltà a provare un reato.

La magistratura, però, si era mossa avviando una doppia inchiesta che ipotizzava l’esistenza non solo di un caso Cannes (che andava inevitabilmente verso questa direzione) ma un vero e proprio ‘sistema Turismo’. Su questo avevano indagato sia la Corte dei Conti che Procura Europea. Sulle presunte spese folli della Regione si erano aperti, dunque, diversi fronti d’indagine, partendo proprio dal caso della mostra milionaria a Cannes.

I filoni paralleli

La la EPPO, la Procura Europea ha presto riscontrato la carenza di elementi penali nell’inmchiesta di Cannes trasmettendo per competenza molti atti alla Procura di Palermo per le inchiesta parallele

Da lì sono derivate proprio le inchieste parallele che hanno portato alla vi enda della presunta corruzione all’Ars e alle indagini sul Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e soprattutto sul suo entourage, e l’altro filone, quello su sistema turismo che ha portato al successore di Francesco Scarpinato ovvero l’assessore al turismo Elvira Amata. Quest’ultima è stata ascoltata dagli inquirenti appena l’altro ieri e ora si attendono le decisioni della procura, dopo la notifica degli avvisi di conclusione indagini. Solo dopo le richieste della Procura toccherà al Gip deliberare anche su questi altri due filoni di indagine