Folli d’amore, pazzi furiosi a suon di ferri: sono i personaggi dell’Orlando furioso, straordinariamente vitali, animati da sentimenti che a volte li fanno tracimare; in loro abitano passioni complesse, dall’amore al coraggio, al desiderio di vittoria; oppure sono magici, leggeri, naturalmente sentimentali.
Dalla grande conoscenza nata dal palcoscenico – è stata ed è tuttora la principale collaboratrice di Mimmo Cuticchio, da anni cura scenografie e costumi degli spettacoli, oltre ad animare i pupi e vederli crescere – Tania Giordano ha fatto nascere i collage ed i bozzetti che animano la sua mostra, la prima da protagonista: I furiosinnamorati si apre domani (giovedì 8 dicembre) alle 18, al museo regionale di Arte Contemporanea di Palazzo Riso, inaugurando di fatto la nuova rassegna “Il palazzo incantato Le donne, i cavallier, l’armi e gli amori… Orlando Furioso 1516 – 2016 ”che vede insieme per la prima volta i Figli d’Arte Cuticchio e il Polo Museale, per un progetto promosso dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana.
I collage di Tania Giordano declinano i diversi personaggi del romanzo dell’Ariosto, tenendo conto delle diverse personalità e del ruolo che hanno nella narrazione. “Sono furiosi e innamorati, vengono dalla trama del testo e dall’ordito del teatro, ri-nascono in un nido cartaceo e prendono forma dai ritagli che li compongono – racconta Tania Giordano – Uno per foglio, uno per immagine, uno per un pensiero o per un’intuizione, due se son cavallo e cavaliere insieme e… uno per il personale racconto (il mio) plasmato dalla quotidianità del teatro vissuto, scandito dal tempo di attesa dietro i fondali del teatrino, dove ogni pupo-personaggio nasce nel momento in cui entra in scena e tu… aspetti… aspetti con lui, lei, loro”. Cavalieri e destrieri, dame e giganti, serpenti e maghi, paladini e guerriere, ognuno ha un suo speciale disegno, si districa tra pezzetti di carta, foglie, corteccia, acquarello. La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio. Ogni giovedì, venerdì e sabato 10 >24. Domenica, martedì e mercoledì 10 > 20. Lunedì chiuso. Ingresso libero.
I furiosinnamorati apre di fatto, quindi, la nuova rassegna ideata da Mimmo Cuticchio che quest’anno ha voluto rendere omaggio alle gesta dell’eroe reso immortale dai versi dell’Ariosto, nel cinquecentesimo anniversario dalla prima edizione del poema, scritto nel 1516. Oltre alla mostra, sia il Museo d’arte contemporanea che il Teatrino dei Pupi di via Bara ospiteranno incontri, spettacoli, letture, cunto. E in via Bara si stanno anche preparando gli artigiani che, dalle loro botteghe, reinventeranno – ognuno a suo modo e con la sua tecnica, sia essa pittura su vetro, intaglio di legno o strumento musicale – i capitoli e i personaggi del poema.
In strada, una particolare luminaria riproporrà la quartina che apre il poema ariostesco, richiamando lo spettacolo dei pupi ed evocando in tal modo l’antica tradizione popolare. L’apertura del cartellone di spettacoli sarà proprio nella Sala Kounellis del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Belmonte Riso, rinsaldando quel legame che già da qualche anno vuole Mimmo Cuticchio come uno dei maggiori interpreti dell’arte di oggi, sia essa parola o manovra. Venerdì 9 dicembre, alle 21 (ingresso libero), è in programma “E anche gli alberi io canto”, lettura commentata di alcuni brani dell’Orlando furioso, ma visti sotto la lenta d’ingrandimento di un esperto in agraria come Giuseppe Barbera. Che non mancherà di analizzare paesaggi e foreste, piante secolari e boschi vetusti, un percorso ideale “verde” dentro l’Ariosto.
Nell’”Orlando Furioso”, fioriscono ovunque alberi di tante specie, disponibili ad accogliere elmi, a fornire le aste per le lance, a cuocere con il proprio legno pozioni, a offrire fiori e frutti come simboli di castità e bellezza femminile. Oppure a offrire foglie per le immense chiome dei numerosi eserciti. Alberi differenti come i paesaggi del mondo: faggi e abeti in continente, allori, palme e lecci nel Sud. Alberi a cui si marita la vite, che disegnano giardini pensili, che nascondono i paladini. Alcuni magici, come il mirto in cui è trasformato Astolfo, o come gli aranci, che tali dovevano sembrare in un mondo medievale che li conosceva appena. Sono le parole incise su alcuni di essi che portano Orlando alla consapevolezza del tradimento di Angelica, a una pazzia che si rivela come un bosco dal quale non si sfugge. Barbera farà rivivere tutto questo, mentre l’attrice Consuelo Lupo leggerà i versi dell’ Ariosto.
PROSSIMO APPUNTAMENTO
Palazzo RISO, piano nobile, mercoledì 14 dicembre, ore 21. Ingresso libero
“Quaderno di danze e battaglie” del Giacomo Cuticchio Ensemble
La mostra
Partendo dalla considerazione che l’Orlando furioso è senza dubbio tra i capolavori letterari che più hanno generato una tradizione pittorica e iconografica nel corso dei secoli, e che lo stesso ha una complessa struttura policentrica abitata da personaggi che derivano dall’Orlando innamorato del Boiardo, Tania Giordano descrive, intreccia e ricrea nei suoi lavori il tema dell’amore. Un tema centrale in entrambi i poemi, che i personaggi declinano in svariate forme e situazioni, fino alla pazzia d’amore. Tania Giordano tratteggia i personaggi in una libera interpretazione, rielaborandoli con la tecnica del collage, tenendo conto delle loro diverse personalità e del ruolo che hanno nella narrazione.
I furiosinnamorati
Opere di Tania Giordano
Museo regionale di Arte Contemporanea di Palazzo Riso
8 – 28 febbraio
Orari: Giovedì, venerdì e sabato 10 >24. Domenica, martedì e mercoledì 10 > 20. Lunedì chiuso.
In coda alla furia e in capo all’amore, evocati dal suono di antichi cantori e poi accampati nelle tende dei versi di pagine d’autore: Boiardo, Ariosto, ecc. Personaggi in tavole di palco teatrale, solitari fra le quinte di una personale memoria e tuttavia legati l’uno all’altro dai fili del racconto, lacci creati da sdegno e amore, da palazzi incantati e antri oscuri, da lance, spade e scudi, da cavalcate in groppa a destrieri in carne di vento e sangue di fuoco, o dotati di zoccolo di monte Grifeo e ali che si aprono al cielo immenso del Meraviglioso.
Sono furiosi e innamorati, vengono dalla trama del testo e dall’ordito del teatro, ri-nascono in un nido cartaceo e prendono forma dai ritagli che li compongono. Uno per foglio, uno per immagine, uno per un pensiero o per un’intuizione, due se son cavallo e cavaliere insieme e… uno per il personale racconto (il mio) plasmato dalla quotidianità del teatro vissuto, scandito dal tempo di attesa dietro i fondali del teatrino, dove ogni pupo-personaggio nasce nel momento in cui entra in scena e tu… aspetti… aspetti con lui, lei, loro. Agisci nel comune esercito paladinicosaracenico, felice di viverne le diverse uguaglianze, vedi ombre di elmo e turbante, suoni di battaglie e abbracci d’amore, l’orecchio ascolta formule magiche e il corpo è lì come muto albero del Bosco della Foglia, la cui corteccia vede il passaggio di cavalieri e destrieri, dame e giganti, serpenti e maghi, ognuno ha un suo speciale disegno, un interesse che lo muove, un amore, una ricerca, un tradimento, una sconfitta, una vittoria, un’amicizia, un regno, un oggetto, un segno o solo un animo in continuo movimento… poiché sei cavallo e cavaliere errante, sei bestia umana e camminare sognando devi… da Oriente a Occidente… sconfinando sempre… cercando, incontrando, scontrando… camminando su una personale geografia… anche solo con la luna assolata della fantasia! Il… Solvite me… lo scioglietemi (come dice Orlando ai suoi compagni dopo la follia) della loro esistenza sono il corpo-voce dell’Oprante… che tutti loro tiene dentro come maglie di filati sciolti, nell’attesa di annodarli in prossime avventure colorate dall’infuso che mescola insieme saggezza e follia… come il prezioso liquido dell’ampolla del senno di Orlando… come la vita! Piacciavi… rivolger uno sguardo verso loro!!!
Tania Giordano
GLI SPETTACOLI
Museo Riso
venerdì 9 dicembre, ore 21. Ingresso libero
E anche gli alberi io canto
Giuseppe Barbera commenta alcuni brani dell’Orlando furioso
Consuelo Lupo legge i versi di Ariosto
È un paesaggio di foresta, di piante secolari e boschi vetusti quello che domina il libro di Ariosto. Luoghi disposti alle battaglie, dove ogni tanto si innalzano castelli, radure fiorite, campagne fertili e giardini magnifici che ne interrompono l’intrico e si dispongono a magie e ad amori. Ovunque alberi di tante specie, disponibili ad accogliere elmi, a fornire le aste per le lance, a cuocere con il proprio legno pozioni, a offrire fiori e frutti come simboli di castità e bellezza femminile. Oppure a offrire foglie per le immense chiome dei numerosi eserciti. Alberi differenti come i paesaggi del mondo: faggi e abeti in continente, allori, palme e lecci nel Sud. Alberi a cui si marita la vite, che disegnano giardini pensili, che nascondono i paladini. Alcuni magici, come il mirto in cui è trasformato Astolfo, o come gli aranci, che tali dovevano sembrare in un mondo medievale che li conosceva appena. Sono le parole incise su alcuni di essi che portano Orlando alla consapevolezza del tradimento di Angelica, a una pazzia che si rivela come un bosco dal quale non si sfugge. Non a caso contro di essi si accanisce quando il dolore essa diviene insopportabile. Contro gli alberi silvestri ma soprattutto contro quelli della campagna. Come avviene oggi, ribadendo una follia che è ancora nostra e che si manifesta nella distruzione dei boschi, nella cancellazione dei paesaggi.
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