Arresti domiciliari e sequestro di beni per 60 mila euro eseguiti dai militari dell’Arma dei carabinieri e i Finanzieri di Messina nei confronti di un ex primario del Policlinico Universitario cittadino Francesco Stagno D’Alcontres, oltre a misure interdittive, dall’esercizio della professione sanitaria, nei confronti di due sue collaboratrici.
Le indagini, coordinate dalla procura di Messina, diretta da Antonio Amato e delegata ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e ai carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria, si sono avvalse di intercettazioni, telefoniche, ambientali e telematiche, nonché dell’acquisizione di documentazione, disvelando numerosi atti corruttivi e truffe aggravata ai danni dello Stato, accertate fra il maggio 2024 ed il gennaio 2025 -allo stato- ritenute ascrivibili all’allora dirigente dell’Unità Uoc di chirurgia plastica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Martino di Messina.
I reati contestati
Sono stati contestati i reati di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa aggravata ai danni dello Stato, vedono come indagati, in concorso tra di loro, i tre insieme a rappresentanti di svariate aziende farmaceutiche, gravitanti nel mondo della “chirurgia plastica”, aventi, a loro volta, rapporti di appalto per la fornitura di prodotti medicali con il Policlinico Universitario di Messina.
Il primario, in particolare, abusando del ruolo di pubblico ufficiale ricoperto, in grado di incidere sul rinnovo degli appalti per la fornitura di prodotti medicali e sullo stanziamento delle relative somme di denaro, da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria, avrebbe fatto in modo di ottenere significativi contributi economici dalle stesse aziende farmaceutiche in rapporto di appalto con il Policlinico universitario di Messina, sotto forma di sponsorizzazioni, iscrizioni e cene sociali, in occasione della organizzazione del congresso promosso dalla associazione, del quale era il responsabile scientifico. L’evento, svoltosi lo scorso anno, in una nota località turistica peloritana, rientrava tra le iniziative volte alla divulgazione scientifica, aggiornamento per i soci e programmi annuali di attività formativa Ecm.
Le richieste esplicite di soldi
Dalle intercettazioni emergerebbe che i contributi economici sarebbero stati ottenuti, nella maggior parte dei casi, mediante semplici richieste o, sporadicamente, mediante minacce esplicite, ai fornitori dell’Azienda Pubblica, prospettando, come corrispettivo, facilitazioni nel rinnovo dell’appalto per la fornitura dei prodotti medicali, da parte del Policlinico universitario, ossia la cessazione del rapporto di appalto stesso.
Dall’esame della documentazione contabile della società incaricata di organizzare il congresso di chirurgia plastica, allo stato si è potuto stimare in oltre 700 mila euro, l’ammontare complessivo delle somme di denaro incassate a titolo di sponsorizzazioni, iscrizioni, pernotti e cene sociali dei medici partecipanti all’evento.
Contestata al primario anche la truffa
Nei confronti dell’allora primario, la procura ha ipotizzato il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, in quanto con artifizi e raggiri, avrebbe attestato la sua presenza in servizio mediante l’alterazione di sistemi di rilevamento della presenza all’interno del Reparto, allo scopo di recarsi fuori dal nosocomio per svolgere anche attività professionale privata.
Per la medesima ipotesi, è stata denunciata anche una dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera e stretta collaboratrice del primario, in violazione dell’obbligo di esclusività assunto con l’Azienda sanitaria, per aver svolto attività sanitaria in ambienti esterni, talvolta anche in collaborazione con lo stesso primario, conseguendo indebiti compensi altrimenti preclusi. In diverse circostanze, inoltre, il primario avrebbe permesso, a una ostetrica, di esercitare abusivamente la professione di infermiera di sala operatoria in una clinica privata, per la quale è richiesta specifica abilitazione.
Altri indagati nell’inchiesta
Il gip ha così ritenuto di applicare nei suoi confronti la misura cautelare restrittiva degli arresti domiciliari, allo scopo di interrompere il suo legame con la rete relazionale creata da questi, impedendo ogni ulteriore compromissione delle prove. Sia la dirigente medica sia l’ostetrica sono state destinatarie della misura interdittiva del divieto di esercitare la professione sanitaria per 12 mesi. Contestualmente alla misura cautelare personale e alle due interdittive, sono stati eseguiti due sequestri preventivi, l’uno, per oltre 48 mila euro, nei confronti del primario, quale profitto dei reati di corruttela e truffa aggravata ai danni della P.a. per essersi assentato dal lavoro, alterando i sistemi di rilevamento delle presenze e del sequestro preventivo; l’altro, nei confronti della dirigente medico, per la somma di 9.700 euro, quale provento del reato di truffa aggravata ai danni della P.a., pari alle somme dalla stessa percepite come indennità di esclusività, non ottemperata, con l’Azienda universitaria ospedaliera.
Il Policlinico chiede atti per prendere provvedimenti
“In ordine alle notizie di stampa riguardanti le misure giudiziarie avviate nei riguardi dell’ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale G. Martino e di altro dirigente del medesimo reparto, tutt’ora in servizio, il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito, nel massimo rispetto dell’attività di indagine della magistratura, ha chiesto alla Procura di Messina gli atti di riferimento al fine di poter mettere in atto le necessarie misure disciplinari di competenza dell’azienda”. E’ quanto si legge in una nota del Policlinico di Messina riguardo all’arresto dell’ex primario di chirurgia plastica e all’interdittiva di una dirigente-medico. Santonocito ha avviato una indagine conoscitiva interna, chiedendo agli uffici la trasmissione di tutti gli appalti e gli affidamenti degli anni 2024-25. E “ha anche incaricato un legale di fiducia, del libero foro, per la valutazione dell’eventuale costituzione di parte civile”.






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