In Italia era ricercato per scontare una condanna per frode. Ma da qualche tempo Antonio Ciavarello conosciuto come Tony, genero di Totò Riina, si era stabilito a Malta dove lavorava come autista in una società di costruzioni. Viveva a Mosta, una delle maggiori città al centro dell’isola.
E qui è stato arrestato dalla polizia maltese il giorno dopo avere compiuto 50 anni. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di cattura europeo in relazione a due diverse sentenze. Una lo aveva condannato a due anni di carcere e al pagamento di una multa di 100 mila euro. Con l’altra Tony Ciavarello era stato condannato ad altri otto mesi di reclusione. In tribunale l’uomo, che ha partecipato all’udienza lamentando solo dolori alle gambe, è stato assistito da un interprete e non si è opposto all’estradizione: resta quindi in custodia alle autorità maltesi in attesa del rientro in Italia.
Al tribunale l’ispettore Roderick Spiteri ha presentato un fascicolo con vari documenti, tra cui la corrispondenza con le autorità italiane. È stato confermato che le impronte digitali del ricercato corrispondevano a quelle della persona arrestata a Mosta. Ma su questo punto non c’è stata discussione perché l’uomo ha confermato la sua identità.
I provvedimenti in base ai quali il genero del padrino corleonese è stato arrestato sono stati emessi il 24 gennaio 2022 dalla magistratura di Brindisi, dato che Ciavarello è residente con la famiglia a San Pancrazio Salentino. Secondo il difensore, l’avvocato Thomas Barbara Sant, il genero di Riina sarebbe stato a conoscenza delle sentenze a suo carico ma non sapeva che erano intanto diventate esecutive. A Malta poi non aveva avuto alcun problema con la polizia.
Lavoratore in regola con la legge, aveva rimediato soltanto una multa. La cronaca si era già occupata di lui e non tanto perché ha sposato Maria Concetta Riina, la maggiore dei quattro figli del boss morto nel 2017. Ciavarello aveva costituito infatti una società con sede virtuale a Londra che si occupava di varie attività, soprattutto in rete, tra cui la vendita di vini con il marchio Riina, una lotteria on line, l’assistenza a coppie interessate a “divorzi lampo” in soli 40 giorni. Questo servizio veniva offerto con un pacchetto “all inclusive” di appena 7.500 euro.
Ciavarello aveva anche costituito in Puglia una ditta di ricambi per auto. Ma aveva allargato tanto, e in modo singolare, la sua attività con iniziative che non erano passate inosservate come la vendita on line di cialde per il caffè “Zù Totò” (zio Totò), sostenuta da un sondaggio su Facebook: “Se facciamo produrre le cialde di caffè Zù Totò le comprate?” aveva scritto nei social.
La pagina on line fu poi bloccata mentre il sindaco di San Pancrazio Salentino, Salvatore Ripa, si scagliava contro quella che definiva una “provocazione intollerabile”.
In un altro post su Facebook, Ciavarello aveva lanciato un appello per un sostegno dopo un sequestro di beni alla moglie: “Chi mi può aiutare mi aiuti. Ho tre bambini, cerco lavoro ma nessuno me ne dà”. L’uomo sosteneva di trovarsi in una condizione disperata dalla quale non riusciva a venire fuori anche a causa dell’ombra del suocero sulla sua vita. Nel dicembre 2017, poco dopo la morte di Totò Riina in carcere, Ciavarello era stato arrestato in Puglia e posto ai domiciliari.
Nei suoi confronti era stato emesso un ordine di carcerazione, eseguito dai carabinieri, dopo una condanna per truffa emessa dal tribunale di Termini Imerese (PALERMO): doveva scontare un residuo di pena di sei mesi. Ora sono diventate esecutive le altre condanne alle quali Ciavarello si era sottratto trasferendosi a Malta dove è stato arrestato con il mandato di cattura europeo.
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