Oltre 64 anni di carcere sono stati inflitti dai giudici del tribunale della quinta sezione penale presieduti da Salvatore Flaccovio a sei uomini arrestati nel corso dell’operazione Cupola 2.0.

Nel corso dell’operazione dei carabinieri del 2018 erano scattate decine di fermi tra cui il capo dell’organizzazione Settimo Mineo. Con il giudizio ordinario sono stati condannati Pietro Merendino a 18 anni di reclusione, Stefano Polizzi, a 17 anni, Francesco Antonino Fumoso, 12 anni e sei mesi reclusione, Pietro Lo Sicco, 10 anni, Simone La Barbera, tre anni e otto mesi, Giusto Amodeo, tre anni e quattro mesi.

Amodeo, La Barbera interdetti dai pubblici uffici per cinque anni, Fumuso, Lo Sicco, Merendino, Polizzi interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. Amodeo, Fumuso, La Barbera, Lo Sicco, Merendino e Polizzi a risarcire le parti civili: Addiopizzo. Sos Impresa Sicilia, Solidaria Scs Onlus, Confcommercio imprese, Sicindustria, Centro Studi e iniziative culturali Pio La Torre, Confartigianato Imprese. Nel 2020 con l’abbreviato erano stati condannati in 46 e 9 assoluzioni.

L’operazione Cupola 2.0

Nel dicembre del 2018, i Gip di Palermo e Termini Imerese convalidarono 47 dei 48 fermi eseguiti tre giorni fa nell’ambito dell’inchiesta ‘Cupola 2.0’ della Dda, che ha svelato il tentativo di ricostituzione della commissione provinciale di Cosa nostra.

Tra i provvedimenti convalidati anche quello del boss Settimo Mineo, capomafia del clan di Pagliarelli, ritenuto il nuovo capo della Cupola palermitana. L’unica scarcerata, per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, è Rosalba Crinò, sola donna fermata nell’operazione. Difesa dall’avvocato Giuseppe Minà, era ritenuta la “cassiera” della “famiglia” mafiosa di Misilmeri. Dopo l’interrogatorio il giudice ne ha disposto la liberazione non convalidando il fermo.

Accertate 28 estorsioni, traffici di droga e l’interesse dei clan per le scommesse online.

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