Dedicare un giorno alla settimana ai disegni di legge di iniziativa parlamentare. E’ la proposta lanciata dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, durante la tradizionale cerimonia del ventaglio con la stampa parlamentare, a Palazzo dei Normanni.

“Penso che questo non disturberà il governo”, ha detto Miccichè.

E ancora: “Non posso dire che questa sia un’Assemblea di lavativi, certo se la paragoniamo a quella di alcuni anni fa non ci sono deputati poco preparati rispetto a gente come Lauricella, D’Acquisto e Alessi. Ma ci sono giovani preparati, in tutti i gruppi, che hanno tanta voglia di fare e con i quali mi confronto. E’ una buona Assemblea, ora deve dimostrarlo facendo buone cose”.

Per Miccichè l’attività parlamentare, che finora si è limitata in buona parte all’approvazione di leggi finanziarie
(in totale 12), “è in linea con l’inizio delle legislature passate”. “Il governo ha fatto quello che doveva fare sulla
parte economica – sottolinea Miccichè – in ogni legislatura i primi sei mesi non sono stravolgenti dal punto di vista
dell’approvazione di leggi e comunque non me ne frega nulla del numero, guardo alla qualità. In compenso all’Ars abbiamo fatto un lavoro enorme sulla riduzione dei costi e su altri fronti, come le tante iniziative culturali fatte e in fase di organizzazione”.

Il Presidente dell’Ars ha poi aggiunto: “Non posso che ringraziare il segretario generale e tutti i dipendenti per essersi auto-tagliati gli stipendi, nessuno li costringeva a farlo e lo hanno fatto senza che ci fosse una legge come quattro anni fa. Questo ci ha consentito di riassestare i conti, così come il lavoro fatto sui portaborse: soluzione che ha salvato i cosiddetti stabilizzati e ridotto il numero dei collaboratori D6”.

Miccichè ha ricordato che il tetto agli stipendi del personale comporta per quest’anno un risparmio di 600 mila euro
e per l’anno prossimo di 800 mila euro, mentre la riorganizzazione dei portaborse consente una minore spesa di 1,5
milioni all’anno (sette milioni nella legislatura).

“All’inizio della legislatura abbiamo chiesto 4 milioni in meno alla Regione, solo in parte per via della riduzione dei
deputati da 90 a 70 perché questo incideva per 1,5 milioni, e sull’onda, per la verità, delle pressioni dell’assessore all’Economia e pure di fattori esterni – ha aggiunto Miccichè – Abbiamo creato un fondo per la povertà con 100 mila euro di risparmi dai tagli degli stipendi del personale, altri 100 mila euro dovrebbe arrivare dai deputati che finora sono stati un po’ distratti ma sono sicuro che faranno la propria parte. Purtroppo ancora non abbiamo avuto richieste per l’accesso a queste risorse se non quella da parte di Biagio Conte che andremo a trovare nei prossimi giorni”.

“Se dovesse passare il taglio dei vitalizi anche in Sicilia, andrò a chiedere personalmente scusa a quegli ex deputati ottantenni, tra cui ex presidenti della Regione, alcuni dei quali dovrebbero vivere con una pensione da 1.300 euro” ha sottolineato.

“La proposta di riduzione dei vitalizi, presentata dal M5s, è stata rinviata a settembre. “Vorrei però ricordare che i vitalizi sono stati eliminati quindi non c’è più cosa tagliare – ha aggiunto Miccichè – Quello che si propone è di togliere soldi a persone che oggi hanno 90 anni e che avevano i vitalizi di quarant’anni fa. Personalmente non sono d’accordo, se voteranno allora andrò a chiedere scusa agli ex deputati. Non so se questa è una cattiveria che funziona o una vendetta nei confronti di chi ha fatto politica. Spero che non passi, ma se passasse la applicheremo”.

A Miccichè replicano i sempre presenti 5 stelle. “Non sarà forse un’assembla di lavativi, ma non è nemmeno un parlamento pieno di emuli di Stakanov. È sotto gli occhi  di tutti il fatto che l’Ars marcia a ritmi ridottissimi, a volte col freno a mano tirato. Deve assolutamente cambiare marcia. Lo si deve ai siciliani che ci hanno mandato qui a rappresentare i loro interessi”.

“A parte le leggi di bilancio e a un paio di altre non certo epocali – afferma la capogruppo Valentina Zafarana  – l’Ars ha fatto veramente  pochissimo. Ci sono state settimana con un solo giorno d’aula in calendario e se non fosse stato per numerosi atti a nostra firma in esame, probabilmente non si sarebbe lavorato nemmeno quel giorno. È ovvio che così non va. Certo il governo non fa molto per migliorare le cose e il clima non certo idilliaco che regna tra la raccogliticcia maggioranza completa il quadro non esaltante”.

La capogruppo manda poi una stoccata al governo. “L’Aula – afferma – ha approvato qualcosa come 28 mozioni a nostra firma che impegnano l’esecutivo ad agire su tantissimi fronti, dall’esenzione ticket per gli inoccupati,  alla manutenzione straordinaria delle dighe, allo sportello unico per la disabilità, alla continuità territoriale, solo per citarne qualcuna. Praticamente nessuna ha avuto seguito, è ovvio che così non va. Le mozioni in questo modo diventano carta straccia e diventa inutile presentarle e discuterle”.

Infine una bacchettata a Micciché sui vitalizi. “Se la nostra proposta dovesse passare è pronto ad andare a chiedere scusa agli ex deputati che dovranno vivere con 1300 euro? Vada piuttosto a chiedere scusa alle migliaia di pensionati che sopravvivono con un quarto di quella cifra, pur avendo versato molti più contributi di tanti ex parlamentari”.