Mercoledì 27 dicembre, alle 18, avrà luogo la proiezione del film documentario “Occhi che videro”, regia di Daniele Segre. Il film costituisce un omaggio a Maria Adriana Prolo, fondatrice e direttrice del Museo Nazionale del Cinema di Torino, scrigno di meravigliosi cimeli pre-cinema, arricchito negli anni con costante impegno e non poche difficoltà. Interventi di Manfredi Beninati, Salvo Cuccia, Francesco Guttuso.
Composto di una parte a colori (l’intervista alla Prolo) e di un’altra in bianco e nero (immagini di repertorio che documentano il rapporto tra Segre, il Museo e la sua fondatrice), il film è considerato la più ardua impresa del regista, solo in apparenza estranea alla totalità della sua produzione “sociale”. Dalla magia dell’archeologia cinematografica, infatti, si torna alla realtà dei problemi concreti, per andare a fondo alla ricerca della verità delle cose.
La rassegna “Natale fuori dal comune 2017 – Arte e libri”, si concluderà giovedì 28 dicembre, alle 18,30, con la presentazione del libro “Gruppi nel Cinema e Psicoanalisi di gruppo” di Michele Inguglia e Maurizio Guarneri.
Il libro – La pur ricca relazione epistemologica fra cinema e psicoanalisi ha esplorato solo sporadicamente le correlazioni esistenti fra cinema e Gruppi. Ciò ha sollecitato gli Autori ad avviare un progetto formativo-esperienziale su “Cinema e Gruppi”, durato cinque anni, presso la sede di Palermo dell’Istituto Italiano di psicoanalisi di gruppo.
Sono state selezionate creazioni cinematografiche che ponessero al centro della rappresentazione e narrazione il gruppo, quindi idonee allo studio delle relazioni individuo-gruppo e intragruppali. È stata eseguita una registrazione integrale della discussione per ogni film ed il materiale è stato successivamente rielaborato dagli Autori in sintesi tematiche che evidenziano le dinamiche e riflessioni più significative. Tali sintesi tendono a rintracciare un “fil rouge” che rappresenta una sintesi coerente dei pensieri e riflessioni del gruppo al lavoro su un film che descrive un gruppo. Il metodo adottato ha permesso l’individuazione di numerose “situazioni tipo” delle dinamiche gruppali, ma anche di formulare ipotesi teoriche ed applicative per il lavoro con i gruppi raccogliendo osservazioni e interpretazioni sugli effetti di “rispecchiamento” e “identificazione” fra “gruppo del film” e “gruppo al lavoro”.






Commenta con Facebook