Sabato 25 giugno alle ore 21 a Palermo l’apertura eccezionale della chiesa del Carmine Maggiore (via Giovanni Grasso, 13/a). Ticket 5 euro.

La chiesa è conosciuta per la sua cupola, la più bella di Palermo, rivestita da maioliche smaltate, i cui colori la rendono ancora più visibile da ogni parte della città; al suo interno, oltre agli stucchi serpottiani, conserva un organo seicentesco che grazie a questo evento sarà possibile contribuire a restaurare.

L’appuntamento prevede uno spettacolo di danza egiziana contemporanea e fusion mediorientale a cura di Evelina Lo Pilato e visita guidata alla splendida chiesa.

Sì esibiranno con l’insegnante le allieve Fabiola Arculeo, Loredana D’Ambra, Magda Milazzo.

“Poichè ogni corpo mosso velocemente produce suono, il movimento immane delle sfere produce una serie di suoni che formano nel loro complesso una potente e sempiterna armonia, non importa se essa sia udibile o meno”.
Dal Tahtib dell’Alto Egitto all’eleganza della Danza Classica di corte fino alle influenze più contemporanee.
La danza come linguaggio espressivo non può essere contenuta in semplici limiti stilistici. E’ interpretazione e creatività, tecnica e spontaneità.

*Il ticket si riferisce al costo del biglietto, della visita assistita e dello spettacolo di raccolta fondi.

Le notizie sull’organo vanno fatte risalire a partire dal 1620.
L’organo si presenta in due corpi situati sulle tribune del transetto, a destra e a sinistra dell’altare maggiore.
La consolle congiunge i due organi mediante trasmissione elettrica.

Attraversando il mercato si giunge a piazza Carmine, un grande allargamento irregolare, dominato dal grande cupolone simbolo della sfarzosa chiesa barocca e dall’annesso convento della chiesa del Carmine Maggiore. La cupola è la più bella in assoluto a Palermo, visibile da ogni parte della città antica si impone allo sguardo dello spettatore.
Al suo interno la chiesa conserva pregevoli manufatti artistici che vanno dal XV al XIX secolo, tra cui un quadro del Novellli e Tommaso De Vigilia. Particolarmente affascinanti sono le colonne tortili realizzate nel 1683 da Giacomo e Giuseppe Serpotta, che traggono ispirazione dal ben noto baldacchino del Bernini. La maestria e grazia dei Serpotta si concretizza in un manto dorato con motivi decorativi, in cui, in un microscopico meraviglioso universo, vengono raccontate scene della Vergine e di Cristo.