I finanziamenti concessi alle micro e piccole imprese e all’artigianato sono ancora in calo. A febbraio 2018 i finanziamenti concessi alle MPI sotto i 20 addetti, che pesano per il 28,2% sul totale crediti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici, registrano rispetto allo stesso periodo 2016 un decremento del -3,6%.
Peggiore la situazione sul fronte credito per l’artigianato che a settembre 2017 (ultimo dato disponibile) registra un calo del credito del -9,3%, più accentuato (quasi il doppio), rispetto alla diminuzione dei finanziamenti all’artigianato siciliano registrato un anno fa, -4,9% (settembre 2016).
Lo ha detto questa mattina Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Imprese Sicilia, nel corso del convegno dal titolo “Banche e mercato del credito: tendenze e prospettive”, organizzato all’Università di Palermo, dal dipartimento Scienze economiche.
Tra i partecipanti, anche Francesco Faraci, già professore associato di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Palermo, Franco Tutino, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari della Sapienza Università di Roma, Paolo Mottura, professore emerito di Economia degli intermediari finanziari dell’Università Bocconi di Milano, Sebastiano Mazzù, professore associato di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Catania, Enzo Scannella, professore associato di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Palermo, Pietro Cirrito, associated partner Ad Advisory di Roma.
Pezzati ha portato il suo contributo raccontando, concretamente e con dati alla mano, le difficoltà che le piccole imprese affrontano per l’accesso al credito a cui fa spesso seguito, una complicata sopravvivenza dell’attività imprenditoriale, con ricadute inevitabili nella gestione economica della stessa famiglia dell’artigiano.
“L’ultimo bollettino economico pubblicato da Banca d’Italia (aprile 2018) – ha detto Pezzati – evidenzia come nel corso del 2017 in generale la qualità del credito comunque è migliorata. In Sicilia, se mettiamo sotto la lente di ingrandimento la dinamica delle sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici, osserviamo che la crescita continua ma a passo sempre più lento (fenomeno di decelerazione in atto): la dinamica delle sofferenze a marzo 2016 era del +8,4%, a marzo 2017 è del +0,3% (prossima zero e inferiore a quella 2016).
Per un sistema di micro e piccole imprese come quello siciliano (il 99,7% delle imprese del territorio hanno meno di 50 addetti) l’accesso al credito è molto problematico. Le banche applicano rigidamente sistemi di rating che a volte disconoscono la storia delle imprese, anche di quelle più strutturate, e la loro capacità patrimoniale. E di fronte ad un calo del fatturato, anche solo dell’ultimo esercizio, vengono dimezzati gli affidamenti.
“Ma se è vero che la struttura economica siciliana è costituita per la maggior parte da piccole e medie imprese – ha aggiunto il presidente regionale di Confartigianato –, allora più l’accesso al credito per queste viene limitato, maggiore sarà il rischio di declino per l’economia regionale nel suo insieme. Le micro imprese e le Pmi domandano credito prevalentemente per iniettare liquidità all’interno dell’impresa, complici l’allungamento dei tempi di incasso delle fatture, i crediti in sofferenza e i fatturati in calo. Quando invece chiedono prestiti per finanziare investimenti o il ricambio generazionale, il sostegno della impresa in queste richieste diventa funzionale al miglioramento dei cicli produttivi e all’esigenza di stare al passo con un mercato sempre più dinamico. Solo una piccola parte delle richieste di finanziamenti invece è destinata ad una ristrutturazione del debito”.
Si apre un campo, dunque, in cui la conoscenza di eventuali fragilità è fondamentale per trarre indicazioni utili a delineare gli opportuni interventi sul piano preventivo e, pertanto, la stretta collaborazione tra imprese e istituzioni diventa imprescindibile. I Consorzi di garanzia collettiva fidi facilitano la valutazione del “merito di credito” delle piccole e medie imprese e costituiscono forme di attenuazione del rischio creditizio particolarmente efficaci, grazie all’elevata capacità dei Confidi di selezionare le imprese meritevoli di credito, supportata dalla conoscenza diretta del tessuto produttivo e dalla logica di prossimità che ne contraddistingue l’intervento.
“Siamo dell’idea – ha concluso Pezzati – che istituzioni pubbliche, intermediari, Confidi e le Associazioni di categoria come Confartigianato, debbano lavorare di concerto per assicurare che l’incontro tra domanda e offerta di credito si realizzi in modo ottimale L’auspicio è quello che si possa costruire un nuovo patto tra imprese e istituti di credito, fondato sul riconoscimento delle reciproche esigenze e che si possa trovare un migliore equilibrio tra i due soggetti”.
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