“Basta! La misura è colma. Nuovo episodio di violenza nei confronti di un’assistente Sociale durante lo svolgimento dell’attività professionale. La collega Sara Cavelli, in servizio nella quarta circoscrizione del comune di Palermo, è stata raggiunta in ufficio da una donna che, dopo aver incendiato una porta e messo a soqquadro i locali, l’ha aggredita colpendola su tutto il corpo con delle forbici.
L’intervento di una pattuglia della Polizia municipale, sono stati aggrediti anche gli agenti, ha evitato conseguenze peggiori. La collega Cavelli è stata ricoverata in codice rosso all’ospedale Civico di Palermo. Un episodio grave che vede come vittima ancora una volta un’assistente Sociale mentre svolge il proprio lavoro”.
lo afferma il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali della Regione Sicilia che esprime tutta la solidarietà della comunità professionale nei confronti della collega Sara.
“Non si può continuare così! Non è possibile rischiare di morire durante lo svolgimento del proprio lavoro. – si legge nella nota – E’ necessario che i professionisti possano condurre la propria attività in tutta sicurezza. Non abbiamo mai smesso di lanciare il nostro grido di allarme a vari livelli. Continueremo a farlo perché non è possibile lavorare col timore di essere aggrediti. Abbiamo richiesto un incontro con l’amministrazione comunale di Palermo per l’episodio che ha visto come vittima la collega Sara, a cui va tutta la nostra solidarietà”.
“E’ l’ennesima aggressione ai danni di una assistente sociale, categoria professionale che da anni funge ormai da parafulmine di un sempre crescente disagio dei cittadini provati dalla grave crisi economica e sociale – dichiarano Giovanni Cammuca ed Enzo Campo della Cgil – gli assistenti sociali del Comune, così come la Polizia Municipale e tutte le altre lavoratrici e lavoratori impegnati nell’accoglienza e nel ricevimento del pubblico, devono poter lavorare in sicurezza e con tempi e organizzazione delle attività professionali adeguati alla delicatezza e complessità dei compiti attribuiti”.
“Apprendere di una aggressione da parte di una giovane donna in difficoltà ai danni di una lavoratrice, assistente sociale del comune di Palermo e di una vigilessa intervenuta in sua difesa, nello svolgimento del loro lavoro, esprime il senso del profondo disagio sociale che vive la nostra città di Palermo”, dice Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sull’aggressione subita ieri sera da un vigile urbano e un assistente sociale della Quarta Circoscrizione di Palermo. Il capogruppo della Lega Salvini Premier in consiglio comunale, Igor Gelarda, affiancato a Sala delle Lapidi dal vice Elio Ficarra, denunciano la situazione di pericolo in cui operano quotidianamente gli assistenti sociali.
“Per questo motivo – aggiungono Gelarda e Ficarra – è nostro dovere presentare un’interrogazione consiliare per chiedere al sindaco una volta per tutte di adottare tutte le misure necessarie per garantire quel livello minimo di sicurezza che permetta il sereno svolgimento della delicata attività cui la figura dell’assistente sociale è preposta. L’impegno verso tutte le problematiche connesse alla sicurezza sul posto di lavoro non è più rinviabile”.
Il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Mattina, informati dei fatti hanno espresso la loro solidarietà ai dipendenti e agli agenti, che hanno ringraziato “per l’intervento che ha scongiurato conseguenze più gravi.”
Il comandante Gabriele Marchese ha ringraziato gli agenti per l’intervento tenendosi in costante contatto per tutta la giornata con i colleghi del Nopa.
Ad intervenire sulla vicenda anche Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, Cnoas, dopo aver parlato con l’assistente sociale aggredita. Ecco cosa scrive Gazzi: “Il fenomeno delle aggressioni contro chi è a diretto contatto con l’emarginazione e il disagio è in crescita: nove assistenti sociali su 10 ne hanno subite di verbali o fisiche e in un solo mese, da quando abbiamo avviato una nostra ricerca sull’aggressività, abbiamo ricevuto 36 segnalazioni – dichara – E’ la spia di un malessere diffuso e deriva dalla frustrazione delle aspettative in materia di protezione e tutela dei propri diritti, ma è soprattutto la prova dell’incapacità di garantire la sicurezza a quanti operano tutti i giorni sono in contatto diretto e continuo con il disagio, la patologia, la sofferenza, la povertà e l’emarginazione”.
“Dov’erano tutti? Perché Sara è stata lasciata sola? – conclude – E’ la terza volta che la nostra collega siciliana è vittima della violenza della giovane donna appena maggiorenne sottoposta a Tso che l’ha raggiunta in ufficio, ha incendiato la porta, messo a soqquadro i locali e poi l’ha colpita con un paio di forbici. Dobbiamo aspettare il morto perché le istituzioni intervengano?”.
Commenta con Facebook