Il consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto il ricorso di una mamma di un disabile grave contro l’interruzione del progetto individuale del figlio operata dal Comune di Palermo.
Il genitore è dovuto ricorrere ai Tribunali amministrativi per la terza volta per ottenere l’assistenza. In due precedenti occasioni aveva ottenuto dal Tar Palermo dei provvedimenti favorevoli per garantire al proprio figlio adeguata assistenza.
Dopo 18 mesi il Comune ha deciso di interrompere il servizio lamentando la carenza di risorse. La madre assistita dagli avvocati Giuseppe Ribaudo e Francesco Carità, ha presentato l’ennesimo ricorso innanzi il Tribunale amministrativo.
Il Tar Palermo, pur ritenendo fondato il ricorso, aveva rinviato per la decisione di merito senza obbligare l’ente a continuare il servizio che prevede un’assistenza domiciliare, comprensiva di attività di fisioterapia e recupero muscolare, di sei ore al giorno per la bimba disabile.
In appello il Cga ha disposto la prosecuzione delle prestazioni relative al progetto individuale dell’avente diritto, “dovendo ritenersi che l’Amministrazione sia tenuta a destinare risorse finanziarie adeguate all’adempimento degli obblighi di legge in funzione dell’assistenza dei soggetti versanti in condizione di disabilità gravissima”.
Gli avvocati Ribaudo e Carità si ritengono soddisfatti per la decisione del Cga che ha accolto tutti i motivi di appello stabilendo un importante principio di diritto in tema di continuità assistenziale del progetto individuale per persone affette da disabilità grave, precisando che compito degli enti locali reperire le risorse necessarie al fine di non interrompere il servizio.
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