“Il governo nazionale non può tenere aperti tre tavoli in materia di sanità e soprattutto non può chiedere di firmare il patto per la salute 2019/2021 al 31 marzo di quest’anno senza che si siano prima stabilite le regole che deriveranno dall’attuazione dell’Autonomia differenziata chiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”.

E’ il messaggio forte che la sicilia lancia alla conferenza delle Regioni, un messaggio voluto dal Presidente Musumeci e che l’assessore alla salute Ruggero Razza spiega in un video realizzato all’interno del costruendo ospedale San Marco ormai in via di consegna.

Un video nel quale chiarisce i rischi in materia di sanità che possono derivare dall’autonomia differenziata e la posizione della Regione che non è contraria a priori ma chiede regole chiare e definite prima di qualsiasi ulteriore patto.

I tre tavoli aperti a cui si riferisce Razza sono quello per l’attuazione dell’Autonomia differenziata, quello per il Patto della salute che andrebbe firmato entro il 31 marzo e il tavolo sulla definizione dei rapporti fiscali fra Stato e Regione.

“Lo Stato non può chiedere alla Sicilia – dice Razza – di passare ad una contribuzione regionale del 100% sulla sanità (attualmente poco più del 50% è a carico dello Stato) senza prima definire i trasferimenti e soprattutto le regole. Lombardia e Veneto hanno chiesto una autonomia molto forte in sanità che permetta loro di definire autonomamente anche la rete ospedaliera (scavalcando il decreto Balduzzi che manderebbero parzialmente in pensione ndr) mentre l’Emilia Romagna si è spinta fino a chiedere la gestione diretta regionale dei fondi integrativi”.

“Se fossimo egoisti – dice Razza – potremmo chiedere l’attuazione dell’articolo 10 della legge costituzionale 3 del 2001 ma non è nostra intenzione. Vogliamo discutere ma in una cornice che sia chiara di regole. C’è una sanità che mostra il volto del regionalismo e delle diversità che tende ad essere sempre meno uniforme sul territorio nazionale. Ci sono diritti irrinunciabili e fra questi il diritto alla salute del cittadino. Diritti irrinunciabili”