Export siciliano in crescita nel primo semestre del 2018. Da gennaio a giugno scorso, infatti, il fatturato delle vendite all’estero si è attestato complessivamente sui 5,2 miliardi di euro con un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando il giro di affari è stato di 4,5 miliardi.

A certificare i numeri delle esportazioni siciliane è l’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia che ha rielaborato i dati regionali dell’Istat riguardanti l’export nel primo semestre 2018. Tra le province con la migliore performance svetta Palermo con una crescita del 181%, seguita da Trapani (+26%) e Agrigento (+24%). Bene anche Catania (+16%), Siracusa (+11%) e Ragusa (+4%). Trend negativo, invece, a Caltanissetta (-32%), Enna (-12%) e Messina (-3%). Se si guarda poi la mappa del commercio estero, tra i paesi di riferimento si collocano in pole position Paesi Bassi (con un peso del 6,32% sul totale), Stati Uniti (6,28%), Gibilterra (6,17%) e Turchia (5,64%).

«Il trend positivo delle esportazioni siciliane – commenta il Presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – conferma che i prodotti e i servizi provenienti dall’Isola sono sempre più apprezzati all’estero. Dopo la battuta di arresto degli ultimi anni, l’export made in Sicily riparte con forza come già confermato dalla performance dello scorso anno quando la crescita si era attestata sul +30%. I numeri dimostrano che le realtà produttive che hanno avuto il coraggio di investire su innovazione e qualità sono quelle che hanno ottenuto più successo. Questa è la strada da seguire per portare il made in Sicily alla conquista dei mercati stranieri». «Ci sono settori – aggiunge il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – che trascinano l’ottima performance delle esportazioni regionali. In cima alla lista ci sono i “mezzi di trasporto”, ma anche i “prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento”. Tiene anche il settore dei “prodotti alimentari, bevande e tabacco” da sempre apprezzato all’estero».