Le vittime erano in genere coppie di fidanzati o ragazzini reduci da una notte di movida nelle vie del centro storico di Palermo.

Il branco colpiva velocemente, li avvicinava, li accerchiava minacciandoli e si faceva consegnare soldi, cellulari e oggetti preziosi. “Unni si, ti ammazzo”, urlavano a uno dei malcapitati riuscito a rifugiarsi nell’androne di casa. E chi provava a resistere veniva massacrato di botte.

Ventuno colpi in due mesi

In due mesi la banda, composta da giovanissimi, ha messo a segno 21 colpi: un’azione criminale che ha terrorizzato la città. Oggi i carabinieri del comando provinciale e gli agenti della polizia di Stato di Palermo hanno arrestato 11 ragazzi, tra cui due minorenni, accusati a vario titolo di rapina, furto e lesioni personali. Dieci sono finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari. I reati sarebbero stati commessi il 10 settembre e il 17 novembre dello scorso anno: tre furti e 19 rapine. I componenti della gang avrebbero preso di mira coetanei che di notte passavano per le vie del centro, coppiette, persone che si muovevano sole e non potevano opporsi alla violenza.

Cellulari e denaro contante il bottino abituale

In genere il bottino era costituito da telefoni cellulari di ultima generazione e denaro contante. Il branco avrebbe agito sempre con le stesse modalità terrorizzando, accerchiando le vittime e a volte picchiandole in caso di reazione. Agenti e carabinieri coordinati dalla procura del tribunale di Palermo e da quella per i minorenni sono riusciti ad identificarli grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza del centro storico e alle denunce delle vittime. Per i riconoscimenti gli investigatori hanno utilizzato anche le immagini che gli indagati postavano sui loro profili social.

Il capo della Squadra Mobile Basile “Operazione è garanzia per la città”

“L’operazione condotta rappresenta per la città la garanzia che chi commette un reato viene rintracciato e identificato. E’ un segnale importante perché le aggressioni del branco avevano creato un senso di insicurezza. Una persona che passeggia nel centro in città non può rischiare di essere aggredita e rapinata”, dice Marco Basile, neo capo della squadra Mobile di Palermo, commentando l’inchiesta.

“Questa operazione è emblematica dell’attenzione che abbiamo su fenomeni come quello delle baby gang – aggiunge – E’ un fenomeno che crea proselitismo e imitazioni. Certo è legato al degrado sociale e all’uso di stupefacenti diffuso tra i giovani, infatti bisogna lavorare molto anche sul fronte della prevenzione”.

Il colonnello Pitocco “Importante sgominare questa banda”

Una risposta decisa per il colonnello Angelo Pitocco comandante del gruppo di Palermo. “Sgominare questa banda è molto importante perché si tratta di un fenomeno di microcriminalità giovanile espressione. Come scrive il gip nell’ordinanza di criminalità di branco che può destare molta preoccupazione. Non solo per i beni che vengono sottratti, ma perché i ragazzi sono indotti dalle dinamiche del branco a commettere crimini sempre più preoccupanti, atti dimostrativi che si auto alimentano. In questo caso gli indagati avevano commesso 21 reati e così fermare questa escalation è stato sicuramente importante”.

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