Si tratta di una vicenda chiara grazie a  giurisprudenza consolidata: chi ha investito nella Banca Popolare di Vicenza con il consiglio di Banca Nuova, deve essere risarcito da Banca Intesa che è subentrata.

Il Tribunale ha accertato che Banca Nuova aveva provveduto affinchè i clienti sottoscrivessero  un questionario Mifid col quale dichiaravano  una propensione al rischio elevata ed esperienza in ambito azionario, nonché di aver ricevuto l’informativa circa i rischi dell’investimento in azioni BPVI, sottoscrivendo la relativa modulistica. Ma tale comportamento della Banca non è stato ritenuto sufficiente poiché l’intermediario doveva “curare l’adeguatezza obbiettiva e soggettiva dei prodotti e dei servizi somministrati al cliente e la comprensione effettiva da parte del medesimo delle relative caratteristiche”.

Inoltre, non è stata accolta dai Giudici la tesi di Banca Intesa che dichiarava di non dovere risarcire gli azionisti della BPVI per le azioni vendute da Banca Nuova, poichè nel contratto di cessione, di seguito al D.L. 99/2017, prodotto in giudizio dalla Banca Intesa, era espressamente prevista “l’esclusione dei debiti originati dalla vendita di azioni subordinate, ma soprattutto derivanti da violazioni sulle norme degli investimenti finanziari”.

Ma tale esclusione, continua il Tribunale, può disciplinare solo “gli effetti che si sarebbero prodotti tra le parti del contratto di cessione, mentre, in questo caso, trova applicazione quanto stabilito dall’art. 2560 cc e 58 del TUB, che prevedono una responsabilità solidale dell’acquirente per i debiti aziendali”.

Risparmiatori risarciti

Il giudice Alida Marinuzzi con sentenza del 07 agosto del 2018, il giudice Andrea Illuminati con sentenza del 14 febbraio 2020 ed il giudice Emanuela Piazza con sentenza del 05 agosto 2020, hanno accertato l’illegittimità del comportamento tenuto da Banca Nuova, dichiarandone la responsabilità, la violazione della direttiva Mifid 1 e soprattutto la mancanza di correttezza e trasparenza informativa nei confronti dei clienti ed il mancato rispetto, peraltro, dei dettami del Testo Unico della Finanza (DL 58/1998).

Il Tribunale ha dichiarato che Banca Intesa era responsabile in solido, ai sensi degli artt. 2560 cod. civ. e 58 TUB (Testo Unico Bancario) per tutti i debiti derivanti dalle domande risarcitorie e pertanto condannando la stessa Banca Intesa a restituire ai richiedenti il controvalore delle azioni BPVI svalutate, oltre al risarcimento del danno ed alle spese legali e processuali.

I giudici sono, distintamente, pervenuti alle stesse conclusioni che hanno specificatamente indicato nelle loro sentenze, restituendo ai cittadini che si sono rivolti a loro rispettivamente 22.500 euro, 48.000 euro ed 36.000 euro somme che erano state a suo tempo investite oltre al risarcimento del danno causato e le spese legali conseguenti, pari ad oltre 18.000 euro

L’avvocato dei risparmiatori

“Siamo riusciti, – precisa l’avvocato Andrea Garibaldi Pace che ha assistito i risparmiatori contro Banca Intesa, unitamente con i consulenti della Finlegal Consulting srls, società di consulenza bancaria ed immobiliare, che con la sua perizia ha ricostruito tutte le violazioni di legge” – a far valere le ragioni dei consumatori contro le pretese di Banca Intesa, primo Istituto di Credito italiano, che ha fatto  un grandissimo affare acquistando per un solo euro due Banche con centinaia di sportelli in tutta Italia, e che ha ricevuto, peraltro, ingenti aiuti di stato, come è riportato nelle stesse motivazioni del Giudice: garanzie sino all’importo di € 5,351 miliardi di euro, supporto finanziario per 3,5 miliardi di euro; ulteriori garanzie per ulteriori 1,5 miliardi di euro; erogazioni pubbliche per 1,286 miliardi di euro, oltre credito d’imposta.”

“Il consiglio che do a tutti, – continua l’avvocato Pace, – è quello di rivolgersi sempre alla Magistratura che rende giustizia a tutti i cittadini, anche se la controparte è un importante Istituto di Credito”.

Preciso inoltre che Banca Intesa ha deciso di impugnare le sentenze in appello, ma, a mio avviso, la Giurisprudenza confermerà le sue decisioni a favore dei cittadini e la Banca dovrà versare altre spese legali.

Inoltre, la Finlegal Consulting, società di consulenza bancaria che assiste debitori, risparmiatori ed imprese per ogni problema con Banche e Finanziarie ha costituito a Palermo, in corso Alberto Amedeo n. 228, un vero e proprio centro integrato di consulenza ed assistenza bancaria e finanziaria, denominato Pronto Soccorso Bancario, dove è presente anche l’associazione di professionisti ed esperti di diritto bancario denominata Legal Credit e soprattutto numerosi legali, ai quali è possibile rivolgersi per avere un consiglio immediato riservato non solo ai risparmiatori ma anche a privati ed imprese che hanno ricevuto decreti ingiuntivi o pignoramenti da Banche e Finanziarie, telefonando ai numeri 091/334492, 091/589970, oppure consultando i siti www.finlegal.it, www.legalcredit.wixsite.com/legalcredit.