“Il Senato ha approvato un emendamento che entra nelle maglie del Bando Periferie così da mantenere l’impegno assunto dal Presidente Conte con l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, e che garantisce 500 milioni necessari al finanziamento dei 24 progetti del bando periferie già approvati”. Lo rende noto il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste dopo la polemica che ha fatto seguito alle dicisioni assunte col Milleprorogohe.

“Per quanto riguarda gli altri 96 progetti che ammontano a 1,6 miliardi di euro totali – continua Trentacoste – quelli esecutivi verranno finanziati tramite una norma ad hoc, mentre gli altri  saranno attentamente monitorati nei prossimi mesi. I fondi per questi ultimi, pari a 800 milioni, verranno recuperati tramite la convocazione della Conferenza unificata che unisce Stato, Regioni e Comuni, al fine di sanare l’incostituzionalità della legge che ha istituito il bando, per violazione del principio di sussidiarietà”. “Con queste azioni – aggiunge il senatore 5 Stelle – abbiamo rimediato al contempo agli errori commessi dai governi precedenti. Infatti, a parte il fatto che le risorse previste dal bando per le periferie creato sono state stanziate sulla base di una norma dichiarata illegittima da una sentenza della Corte costituzionale, era stato finanziato dal Governo PD per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di promesse più che di risorse messe realmente a disposizione: molti progetti presentati devono ancora essere valutati e quindi i fondi non sarebbero stati spesi in tempi brevi. Nelle condizioni economiche attuali non possiamo permetterci di tenere fermi centinaia di milioni di euro”.

“Grazie all’emendamento al decreto Milleproroghe, – conclude Trentacoste – i comuni in avanzo di bilancio avranno a disposizione oltre un miliardo di euro per gli investimenti nei loro territori, già a partire da quest’anno. Si tratta, nello specifico, degli avanzi di amministrazione, risorse che molti comuni hanno accumulato in questi anni a causa dei vincoli contenuti nel Patto di Stabilità interno e, successivamente, della nuova disciplina del pareggio di bilancio. Soldi sottratti indebitamente ai servizi pubblici e accantonati, come affermato dalla stessa Corte costituzionale con la sentenza n. 247 del 2017 che sostiene che l’avanzo di amministrazione rimane ‘nella disponibilità dell’ente che lo realizza’ e ‘non può essere oggetto di prelievo forzoso’ attraverso i vincoli del pareggio di bilancio. È arrivato il momento di alleviare la morsa dell’austerità e permettere ai Comuni italiani di investire le risorse economiche sui territori”.

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