“Il Governo regionale e la maggioranza parlamentare in Sicilia non hanno intenzione di risolvere la crisi idrica in maniera radicale e definitiva. Il modus operandi del governo Musumeci continua perfettamente l’opera di distruzione di Crocetta, né più né meno”.

A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri, all’indomani della bocciatura in aula della sua mozione che prevedeva tra l’altro l’utilizzo dei fondi per il Patto per il Sud che rischiano adesso di essere disimpegnati.

Ieri l’Ars ha approvato, invece, la mozione Fava in base alla quale “Il Governo regionale non si può limitare alla disamina tecnica dell’esistente ma deve assumere responsabilità ed impegni precisi. Oltre il 45% dell’acqua immessa in rete si perde, nel 2006 era il 35%, gli invasi sono inutilizzabili per mancanza di collaudi e manutenzione, una situazione fotografata già nel 2002 dall’allora presidente della Regione e che è rimasta invariata dopo 15 anni, i fondi spesi per la manutenzione degli impianti sono diminuiti di oltre il 75% in pochi anni”.

“Questo, e non solo la situazione meteo, crea l’emergenza odierna- dice Claudio Fava– e mentre oggi discutiamo di turnazioni e invasi abbiamo buttato a mare, letteralmente, milioni di metri cubi di acqua semplicemente perché non si è provveduto ai necessari lavori di manutenzione delle dighe. La mozione  approvata  oggi- conclude il deputato di CentoPassi- non si limita a ricostruire le origini del disastro ma avanza proposte per uscire dall’eterna emergenza idrica in Sicilia.  Serve un piano di organico di interventi per la manutenzione degli impianti e degli invasi e serve, parimenti, dare finalmente piena attuazione al sistema di controlli e vigilanza nel rapporto con le società che gestiscono la distribuzione”.

Ma i 5 stelle non ci stanno e continuano “Ciò che è successo ieri – sottolinea Valentina Palmeri – è scandaloso, ma non sorprende perché è in continuità con ciò che è sempre accaduto fino ad oggi, ossia la politica non prende in considerazione soluzioni puntuali e definitive al problema della crisi idrica regionale, le azioni che risolverebbero alla radice il problema dell’acqua nella terra a rischio desertificazione maggiore d’Europa, la Sicilia, ma temporeggia e scherza con il fuoco, anzi con l’acqua in questo caso, dando parere negativo, con una scusa che, tradotto, significava che non ci potevamo sostituire al governo dando soluzioni dettagliate, ovvie e responsabili, ad una mozione che semplicemente mostrava al governo tutte quelle azioni urgenti che in Sicilia dovevano essere attuate decenni fa e sono state sempre rimandate, spesso volutamente, per mantenere un sistema fatto di connivenze politico-mafioso per il controllo delle acque e dei relativi servizi, di sprechi, di pesanti difformità in Sicilia in termini di servizio e di tariffe.

Questo governo è perfetta continuità del passato. Sappiano i siciliani che purtroppo ad oggi non abbiamo visto nessun segnale che dimostrasse discontinuità rispetto al passato. Questo governo, ad oggi, è stato capace di proporre come soluzioni al problema dell’acqua solo i dissalatori, che vanno benissimo nelle aree desertiche e nelle piccole isole, ma che in Sicilia – dove l’acqua potabile, le acque reflue e le acque piovane semplicemente si perdono in mare, le falde si inquinano – possono solo essere soluzioni tampone, non soluzioni definitive, per gli enormi costi energetici”.

Tra gli impegni della mozione della deputata Palmeri, si chiedeva al governo di: rivedere la suddivisione degli ambiti che oggi coincidono con le provincie cosa che non permettere di uniformare il servizio in tutta la Sicilia in termini di servizio, tariffa, infrastrutture idriche. Portare a compimento urgentemente la legge 19/2015, ancora a mare, per poter pianificare al meglio le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle reti, e minimizzare le perdite a livelli fisiologici. Prendere in considerazione tutte quelle tecnologie che ci permetterebbero di non buttare più acqua dolce in mare, come il riutilizzo delle acque reflue opportunamente trattate per gli usi irrigui, realizzare un efficiente sistema di recupero delle acque piovane, ecc.

Ieri l’Aula ha comunque approvato tre mozioni territoriali a firma M5S sulla questione idrica.

L’approvazione della mozione fava, invece, è considerato un fatto positivo dal Forum Acqua bene comune  che esprime “soddisfazione per il testo della mozione che individua le cause che stanno a monte di un’emergenza idrica più che prevedibile ed impegna il Governo della Regione a dare piena attuazione alla legge regionale 19/15 che disciplina la gestione delle risorse idriche, a verificare l’azione degli enti gestori, a procedere alla verifica di quanto disposto dal Protocollo di legalità, ad avviare il collaudo e la manutenzione degli invasi, ad aumentare gli investimenti per gestione e manutenzione degli invasi, a programmare il recupero di acque piovane e reflue. 

“Giudichiamo positivamente la richiesta di interlocuzione con il Forum ABC da parte dell’On.le Fava, che ha voluto conoscere le posizioni dei movimenti per l’Acqua prima di estendere il testo della mozione approvata”, dicono i promotori dei Referendum Popolari del 2011 e della proposta di legge per la ripubblicizzazione delle risorse idriche di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali del 2010.  
Auspichiamo ora che il Governo regionale agisca celermente secondo le tracce della mozione che il Parlamento ha approvato, e che il Presidente Musumeci voglia programmare quanto prima l’incontro con una delegazione del Forum dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni richiesto già dal novembe scorso .
L‘Acqua, il Bene Comune per eccellenza,  non ha colore politico e resta l’emblema del livello di democrazia e rispetto della volontà Popolare espressa dalla maggioranza assoluta dei cittadini siciliani. La sua gestione deve essere trasparente, pubblica e partecipativa.