Il tribunale di Termini Imerese presieduto da Vittorio Alcamo ha assolto due guardie venatorie nel parco delle Madonie che erano accusate di avere minacciato durante un controllo in contrada Rocca di Gonato a Castelbuono con una carabina e una pistola e sanzionato tre cacciatori sorpresi in una battuta al cinghiale.

I tre cacciatori erano un ex carabiniere e due militari in servizio. Secondo quanto ricostruito i militari avrebbero raccontato una versione che non risponderebbe al vero e avrebbero così inguaiato le guardie venatorie difese dagli avvocato Michele Calantropo e Danilo Spallino.

E’ bastato acquisire i tabulati telefonici per ricostruire come sono andati i fatti e contraddire la versione fornita dei tre carabinieri.

“Costoro – scrivono i giudici – ha ricostruito una versione dei fatti artatamente falsa al preciso scopo di sovvertire la denuncia a loro carico per caccia di frodo in zona soggetta a vincolo Parco della Madonie in orario serale. E’ pacificamente emerso che i tre soggetti stessero effettivamente esercitando la caccia in violazione della legge e per ritorsione nei confronti delle guardie venatorie, abbiano deciso di concordare una falsa versione dei fatti accusandoli di avere portato in luogo pubblico e durante il loro servizio delle armi da fuoco, addirittura puntandole contro di essi.

Appare evidente, dunque, che si tratti di una condotta molto grave che va ben oltre il mero giudizio di inattendibilità delle fonti di prova ma che al contrario integra in pieno il delitto di calunnia aggravata e falsa testimonianza”.

Le due guardie venatorie sono state scagionate. Gli atti sono stati trasmessi alla procura perché vagli le ipotesi di calunnia aggravata e falsa testimonianza a carico dei tre carabinieri.

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