È stato fermato con le batterie di alcuni monopattini elettrici, mentre a breve distanza c’erano proprio i mezzi ecologici appena smontati e abbandonati. La polizia ha arrestato nei giorni scorsi, nel rione Danisinni, un ragazzo di 30 anni accusato di furto aggravato. Per lui, al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha disposto per l’indagato l’obbligo di firma.

L’intervento delle Nibbio

L’intervento delle “Nibbio”, le pattuglie in moto dell’Ufficio prevenzione generale, è nato dopo una chiamata al 112. Qualcuno aveva visto un giovane mentre trasportava in un posto sicuro, lontano da occhi indiscreti, alcuni monopattini della Bird, una delle società che gestiscono il servizio di mobilità condivisa.

Gli agenti sono arrivati sul posto e, dopo una ricerca tra i vicoli del rione, sono riusciti a intercettare e bloccare il trentenne che trasportava le pesanti batterie, del valore commerciale di 150-200 euro ciascuna, pronte per essere piazzate sul mercato nero ad un prezzo concorrenziale.

Da quando i monopattini elettrici sono sbarcati in città non è cambiato solo il modo di muoversi ma sono mutati anche i “gusti” dei ladri. Ne sanno qualcosa quelli della Bit mobility, un’altra delle realtà che gestisce il servizio e che nell’ultimo mese ha registrato una trentina di allarmi relativi a furti o danneggiamenti di monopattini.

L’ultimo episodio in centro

L’ultimo in piazza Parlatoio, tra via Maqueda e via Roma. Giovedì sera i responsabili della Bit avevano ricevuto tre diversi allarmi da altrettanti monopattini che qualcuno stava cercando di rubare. “Ci siamo mossi per cercarli – spiegano – e abbiamo visto tre giovani che portavano fuori da un magazzino tre mezzi”.

Non potendo intervenire, la società ha lanciato l’allarme al 112 cercando di non perdere mai di vista i tre ragazzi che si sono diretti verso una Nissan Micra, sono saliti a bordo e si sono allontanati. “Quando è arrivata la polizia, noi – aggiungono – siamo stati costretti ad allontanarci e ad attendere gli sviluppi dell’attività”.

“Da quanto abbiamo appreso – aggiungono dalla Bit – sia il magazzino che l’auto appartengono a uno dei tre giovani. Qualcuno di noi, che si era appostati, è andato via mentre gli agenti di polizia, dopo il sopralluogo, sono rimasti ad attendere che il ragazzo visto poco prima rientrasse”. Da chiarire come si sia conclusa l’attività eseguita dagli agenti delle volanti e del commissariato Oreto.