Giornata siciliana per Pierluigi Bersani che prima a Palermo e poi a Ragusa e Siracusa argomenterà sulle ragioni del No al referendum costituzionale.

Ieri l’ex segretario del Pd, pur non essendo direttamente chiamato in causa, è stato più volte stuzzicato da Matteo Renzi nel corso dell’intervento conclusivo della Leopolda e soprattutto dal pubblico.

Arrivando a Palermo, dove partecipa ad un confronto organizzato nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza dell’università di Palermo, Pierluigi Bersani ha commentato quanto avvenuto nella platea della kermesse renziana: “Non mi interessano i tifosi leopoldini che urlano ‘fuori, fuori, fuori’, ma tutti gli altri che stanno zitti. Questo non va bene. Sono abituato a una politica diversa. Io non voglio niente, vorrei poter dire la mia finché è consentito parlare”.

L’ex segretario ha sottolineato la “grande amarezza” per  “un partito che sta camminando largamente su due gambe: arroganza e sudditanza. E cosi’ non si va da nessuna parte”.

Entrando nel merito del tema referendario e più diffusamente del dibattito politico Bersani  ha criticato l’eccessiva centralità che ha assunto il referendum nella vita di tutti i giorni: “Nelle famiglie si parla d’altro, dovete dirmi voi cosa devono fare i milioni di giovani che non sanno dove sbattere la testa per trovare un lavoro. Bisogna tornare con i piedi per terra e sdrammatizzare questo referendum perché impostandolo cosi’ perdiamo tutti, troviamo un Paese più diviso e gente ancora più distaccata”.

Lapidario, infine, il giudizio sul governo Crocetta: “Preferisco non commentare…”, ha detto Bersani che è stato severo anche in merito ala situazione del Pd nell’Isola: “Non la conosco abbastanza, ma conosco quella in Italia. E mi stupirei che in Sicilia fosse messo meglio…”. .

Nel pomeriggio l’esponente dem si trasferirà nel sud est della Sicilia dove è programmato un intervento al centro Feliciano Rossitto di Ragusa, alle 19, invece, sarà a Siracusa dove sarà introdotto dall’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marizano e dal deputato Pippo Zappullà.