Ha interrotto lo sciopero della fame ma non il presidio dei capannoni. Biagio Conte ha deciso infatti che la sua capanna di legno e teli resterà montata davanti all’ex fonderia Basile per mantenere alta l’attenzione sul caso.
Il missionario laico sta lottando per unire i capannoni dell’ex fonderia Basile, in via Antonio Ugo, già venduti nel corso di un’asta pubblica a due imprenditori privati, ai locali già a disposizione della missione Speranza e Carità in via Archirafi.
I due imprenditori hanno già annunciato la loro disponibilità a rivendere i locali alla missione che accoglie centinaia di miranti e poveri. Ma impedimenti burocratici gravano sulle altre sedi della struttura di accoglienza di Biagio Conte.
L’ex caserma di via Decollati, ad esempio, che da tredici anni ospita circa 700 migranti e dove la vigilia di Natale è stata inaugurata dall’ arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice una delle quattro porte sante del Giubileo della Misericordia risulta abusiva. In più ci sono altri tre edifici abbandonati, un tempo dell’ Aeronautica, pronti a passare da tempo alla missione per aumentare la capacità di accoglienza, bloccati da cavilli legali.
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