Davanti al cancello maledetto del cantiere al Foro Italico, per dire no alla violenza sulle donne. Insieme a tanti motociclisti, un minuto di silenzio per far sentire vicinanza e solidarietà, alla ragazza di 19 anni vittima del branco. “Un grazie di cuore al Presidente dell’associazione Good Bikers e a tutti gli organizzatori, che hanno voluto simbolicamente fermare la Città, per combattere un vuoto emotivo e valoriale con il rombo dei motori. Basta indifferenza”, ha detto il deputato questore all’Ars Vincenzo Figuccia.

Le parole dell’assessore Sabrina Figuccia

“Portano via da un luogo recentemente ricordato soprattutto perché legato a un orrendo fatto di cronaca la valenza peggiore, cercando di sostituirla, lungo le vie della città, con un fermo no alla violenza contro le donne. Mi colpisce l’iniziativa dei motociclisti palermitani che a modo loro, attraverso il rombo dei motori, ci sensibilizzano su un tema tanto delicato – commenta così la prima edizione del Good Bikers Fest, in corso a Palermo, Sabrina Figuccia, Assessore al Turismo, Sport, impianti sportivi e politiche giovanili – Condivido pienamente il pensiero di Leonardo Salerno, presidente dell’ associazione Good Bikers, sulla necessità di invitare i cittadini a riflettere sulla violenza contro le donne anche lontano dalla data canonica del 25 novembre, dedicata a questi temi, magari utilizzando una giornata riservata alle moto.
Per questo i biker palermitani mi troveranno sempre pronta a sostenerli e ad impegnarmi al loro fianco in battaglie sociali”.

Il primo confronto in aula

Lei in un’altra stanza. I sei e gli avvocati la possono vedere tramite telecamera. Ha ribadito le dichiarazioni. Non era consenziente. Era andata alla Vucciria per vedere Flores e si è trovata gli altri che l’hanno fatta bare. Ha cercato di chiedere aiuto ma nessuno l’ha sentita. Queste le parole della ragazza coinvolta nella violenza avvenuta al Foro Italico lo scorso luglio, nella prima delle aule della Corte d’Assise, al piano terra del palazzo di giustizia, davanti al gip Clelia Maltese.

La deposizione

Durante la sua deposizione, sostenuta con accanto una psicologa,  non poteva vedere gli indagati, tutti in carcere e convocati anche loro questa mattina al palazzo di giustizia. Gli avvocati si lamentano perché non hanno potuto chiedere dei suoi rapporti plurimi con altre persone. Il giudice non ha ammesso la domanda perché sono fatti privati. Nemmeno altre domande che la difesa ritiene rilevanti del suo passato sono stati ammesse.

La giovane, tra l’altro, in un altro processo e in un’altra perizia, aveva riferito di aver avuto altri rapporti sessuali con più persone e anche con degli sconosciuti.

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