Scoppia il caso sul bilancio di previsione 23-25. Il Consiglio Comunale di Palermo è rimasto impantanato per diverse ore su un emendamento, presentato dal centrodestra, relativo alla creazione di un fondo per le spese di rappresentanza che, nell’idea degli esponenti di maggioranza, dovrebbe essere gestito dall’ufficio di presidenza. Una voce che registra un monte spese di 500.000 euro. Di questi, circa 150.000 verrebbero reperiti all’interno del fondo di riserva, mentre la restante quota verrebbe drenata dalla risorse provenienti dagli incassi della tassa di soggiorno. Polemico, già da questa mattina, il gruppo “Oso”, che ha parlato già da questa mattina di ‘caviglie elettorali‘.

Consiglio paralizzato sulle spese di rappresentanza

Una decisione che il vice-presidente della commissione Bilancio Ugo Forello ha spiegato senza mezzi termini. “Tolti una quindicina di emendamenti, gli altri sono stati presentati per rallentare i lavori d’aula. Da quello che abbiamo appreso, a me pare che quest’aula potrebbe incorrere in un errore che parte delle minoranze non approvano. In questo caso, i poteri della democrazia permettono di produrre azione di ostruzionismo”. Una valanga di emendamenti per bloccare l’aula. Missione poi compiuta. Un atteggiamento di opposizione che l’esponente di “Oso” ha giustificato, paragonando le cifre previste attualmente dall’emendamento a quelle messe in campo da città quali Napoli e Torino, entrambe in piano di riequilibrio e che destinano allo scopo circa 35.000 euro. Una sperequazione sulla quale Ugo Forello è stato netto in aula. “Questa restaurazione di un modo antico di gestire la cosa pubblica è una vergogna“.

Molto più dura, questa mattina, la collega di partito Giulia Argiroffi, che ha espresso il proprio pensiero sui canali social. “Vogliono istituire il fondo ‘cavigghie’. Sono quei ‘favoretti’ che servono in cambio di voti. Oggi con un emendamento al bilancio del 2023, la maggioranza vuole dare mezzo milione di euro ai consiglieri per elargire favori”.

Presentati oltre 120 emendamenti

Accuse rimandate al mittente dal capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo, che ha cercato di convincere l’aula sull’utilizzo di tali risorse. Una missione in cui era quasi riuscito, con diversi appelli accorati di superare il blocco mossi anche da parte di alcuni esponenti del centrosinistra, come Fabrizio Ferrandelli e Massimo Giaconia. Ma, alla fine, nulla di fatto. Per tutta risposta, i due ex pentastellati hanno presentato la bellezza di 116 emendamenti. Un’enormità impossibile da smaltire oggi da Sala delle Lapidi. Inutili gli appelli bipartizan di maggioranza ed opposizione. I due consiglieri di “Oso” hanno deciso di tirare dritto, costringendo il resto dell’aula ad alzare bandiera bianca. Risultato: seduta chiusa per mancanza di numero legale e seduta rinviata a lunedì 24 luglio.

La proposta di modifica su via Tiro a Segno

Nella valanga di emendamenti tecnici messi in campo dagli esponenti di “Oso”, ce ne sono alcuni che entrano nel merito del bilancio di previsione, proponendo di destinare parte del fondo di riserva ad alcune emergenze della città. Fra questi vi è quello, a prima firma del capogruppo del M5S Antonino Randazzo, che mira ad indirizzare circa 200.000 euro per il rifacimento del sistema fognario di via Tiro a Segno. Come è noto infatti, il plesso al civico 60 è oggetto da anni di perdite di acqua di fogna in strada che rendono impossibile la vita dei residenti della zona. Una proposta di modifica al momento sottoscritta dai consiglieri d’opposizione. Dopo la chiusura per mancanza del numero legale, la discussione degli emendamenti è così rinviata a lunedì

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