Alla fine, le barricate del gruppo “Oso” hanno avuto successo. Passa in Consiglio Comunale la delibera sul bilancio di previsione 23-25. Un atto che, di fatto, sancisce lo sblocco della spesa pubblica per l’Amministrazione guidata da Roberto Lagalla. Investimenti che riguarderanno, in primis, l’efficentamento dei servizi e le assunzioni di nuovo personale negli uffici comunali. Fondi anche per la manutenzione del patrimonio dell’edilizia pubblica e delle strade. Manovra alla quale si affiancherà la necessità di razionalizzare e migliorare il servizio offerto dalle società Partecipate. Documento parzialmente modificato da alcuni emendamenti votati in aula.

Primo fra tutti quello che destina 100.000 euro per rinnovare i sistemi di climatizzazione nelle scuole. Introdotto, poi, un fondo di 150.000 euro da destinare alle spese di rappresentanza. Voce di bilancio introdotta con un emendamento presentato dal centrodestra, a prima firma Milazzo, ma che è stata notevolmente ridotta a causa dell’opposizione netta tenuta in Consiglio dal gruppo “Oso”, che ha presentato una stuola infinita di emendamenti (più di 300), vincolandone il ritiro alla cancellazione dal fondo dei 350.000 euro derivanti dalla tassa di soggiorno. Richieste accolte da Sala delle Lapidi, che è così potuta giungere al voto nel primo pomeriggio. Niente da fare, invece, per l’emendamento del pentastellato Randazzo per destinare 200.000 euro al fine di creare un nuovo sistema fognario per il plesso di via Tiro a Segno, al civico 60.

Il Comune di Palermo sblocca la spesa

Un lavoro che parte dallo scorso dicembre, quando il vicesindaco Carolina Varchi ha imposto alla coalizione di centrodestra un recupero a tappe forze dei documenti contabili lasciati in eredità dal precedente corso politico, in modo da potere tornare in pari rispetto alla gestione economico-finanziaria della città. Il “più importante atto politico dell’Amministrazione”, come lo ha definito Roberto Lagalla a Sala delle Lapidi, è stato così portato a casa, rimettendo in paro i documenti contabili del Comune di Palermo e ridando autonomia all’azione di Palazzo delle Aquile.

I sacrifici del centrodestra e le barricate di “Oso”

Alla fine però, i gruppi di maggioranza hanno dovuto fare qualche “sacrificio”, cedendo alla linea dura imposta dagli ex pentastellati Ugo Forello e Giulia Argiroffi, cassando con un subemendamento buona parte dei 500.000 euro che erano stati destinati alle spese di rappresentanza. Alla fine, allo scopo saranno destinati soltanto, si fa per dire, 150.000 euro. Sull’altare dell’accordo d’aula sono stati sacrificati i fondi recuperati tramie gli incassi della tassa di soggiorno, che saranno così destinati verso altri lidi in futuro.

Pronta, però, la reazione dei gruppi di maggioranza. I componenti della commissione Bilancio che siedono fra i banchi del centrodestra hanno infatti annunciato la decisione di dimettersi in blocco. Dura la reazione proprio del gruppo “Oso”, che ha così commentato la decisione. “La reazione scomposta della maggioranza, però, dimissionaria dalla commissione bilancio, da una parte sancisce la propria incapacità sul piano tecnico e politico e dall’altra, nel tentativo di tagliare fuori il gruppo Oso, usando la ritorsione come metodo punitivo, dimostra evidente paura per il lavoro da noi portato avanti, in difesa della trasparenza, del bene comune e della qualità del consenso”.

Fondi per le scuole, niente soldi per via Tiro a Segno

Un accordo d’aula che ha portato ad un altra modifica significativa, ovvero lo stanziamento di 100.000 euro da destinare alla manutenzione degli impianti di climatizzazione delle scuole di Palermo. Decisione voluta e votata all’unanimità dal Consiglio Comunale. Niente da fare, invece, per la proposta di modifica che riguardava il sistema fognario di via Tiro a Segno. L’emendamento, a prima firma Randazzo, è stato prima convertito in ordine del giorno e poi, lo stesso, è stato addirittura bocciato dalla maggioranza. Una decisione che lascia così nel limbo le 140 famiglie che vicono all’interno del plesso del civico 60, che saranno ancora una volta costrette a convivere con i liquami di fogna che, da anni, si riversano in strada a causa della mancata presenza di un sistema fognario che collega gli scarichi del palazzo alla normale rete. Ciò, almeno, fino a quando il Comune non troverà circa 200.000 euro destinate ad onorare il preventivo presentato da Amap per eseguire i lavori.

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