Dopo averla comprata da una famiglia kosovara, una coppia di rom avrebbe costretto una bambina di 12 anni a fare le pulizie, senza mai uscire da casa, seviziandola con una mazza e a calci e pugni.

La ragazzina sarebbe anche stata violentata dal fratellastro e dal patrigno, che le legavano mani e piedi. Con l’accusa di riduzione in schiavitù e violenza sessuale (contestata solo all’uomo) la corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato la condanna a una coppia di etnia rom: 13 anni per lui e 11 per lei.

Raccapricciante il racconto della ragazzina che fu venduta dai suoi veri genitori in Kosovo per duemila euro. Le difficoltà economiche assieme alla malattia del fratellino, avrebbero costretto la famiglia a questo gesto. Poi la vittima ha viaggiato in auto fino a Bologna, per raggiungere Palermo in treno.

A luglio 2009 la ragazzina è riuscita a fuggire, per rifugiarsi da una donna bagherese che l’ha portata dai carabinieri per la denuncia. Dopo le paure iniziali, la vittima ha raccontato tutto ai militari e si è poi costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Monica Genovese.

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