Il sottopasso di Borgo Ulivia utilizzato come uno sfasciacarrozze dove abbandonare auto e moto. Succede anche questo nei passaggi pedonali di viale Regione Siciliana, a Palermo. Una vicenda di cui ci siamo già occupati con riferimento al caso del ponte Corleone. Ma, come appare evidente nelle immagini, il problema è complessivo e riguarda tutti i corridoi che passano sotto il raccordo fra A19 e A29. Risulta inutile spiegare le evidenti e lampanti implicazioni in termini di vivibilità per i residenti e non solo. Nonostante tutto, la situazione è ferma da anni, in attesa di un intervento di bonifica e di ristrutturazione dell’opera. Della questione sottopassi si dovrebbe occupare a breve la III Commissione consiliare, chiamata a predisporre un piano d’azione urgente.

Il caso di Borgo Ulivia

Scendere all’interno del sottopasso è assolutamente impossibile. Le scale sono rovinate e dissestate. Sulle stesse è possibile trovare una distesa di verde degna di un prato all’inglese, adornata da mobilio e rifiuti abbandonati sul posto da alcuni incivili. Ma questo è un dato marginale rispetto al vero disastro ambientale causato dagli abbandoni indiscriminati. Nella discesa di Borgo Ulivia infatti sono presenti delle carcasse di alcune moto e, addirittura, di un auto. Una Fiat Seicento sventrata di ogni suo pezzo e lasciata sul posto. Come ci sia arrivata è davvero un mistero. Fatto sta che quell’insieme di degrado ed incuria dà luogo ad un paesaggio post-apocalittico, indegno della quinta città d’Italia.

Dell’interno della struttura è inutile addirittura parlarne. Sia per il cedimento della prima trave in ferro, proprio all’ingresso del sottopasso, sia per la totale assenza d’illuminazione, che non permette di vedere ad un palmo di naso. Camminando verso la salvezza, in tutti i sensi, bisogna fare attenzione a schivare le preoccupanti pozze d’acqua o i pezzi di mobilio abbandonato all’interno. Fra questi, si rintraccia la presenza di alcune sedie. Forse, messe da qualche cultore dell’arte di strada, impressionato dal livello di degrado raggiunto in zona. Quasi una nuova forma d’arte, la “degradazione”.

Sottopassi di viale Regione Siciliana nel degrado

Quello dei passi e sottopassi di viale Regione Siciliana, dicevamo, è un problema esteso e complessivo. Se Borgo Ulivia rappresenta un caso limite, tutte le strutture pedonali del raccordo intracittadino di Palermo vivono una situazione di forte degrado ed abbandono. Chi deve muoversi da una parte all’altra del capoluogo siciliano ha serie difficoltà. Problemi che aumentano nel caso di quei cittadini che decidono di muoversi a piedi. Sovrappassi senza ascensori funzionanti, pochi semafori pedonali e sottopassi in condizioni pietose dal punto di vista igienico-sanitario.Un quadro che diventa sempre più evidente spostandosi verso le periferie del capoluogo siciliano.

Lo dimostra lo stato del sottopasso all’altezza del ponte Corleone. Struttura nella quale, da anni, regna il degrado più totale. Le scalinate sono dissestate e, in alcuni casi, piene di erba. Più si scende, più la situazione peggiora. All’interno del varco pedonale, ovviamente al buio, vi è il costante abbandono di rifiuti indifferenziati. Spazzatura alla quale si uniscono le continue infiltrazioni d’acqua. Un mix che crea un’odore nauseabondo, al quale si unisce la costante presenza di insetti, soprattutto nel periodo estivo. In una situazione del genere, chi pensa di passare da quel sottopasso è davvero temerario.

Ma lo rende ancor più evidente anche il quadro di incuria dei sovrappassi di viale Regione Siciliana. Strutture, nelle quali, gli ascensori non funzionano da tempo. Ciò con la sola eccezione della struttura nei pressi di piazzale Einstein. Una situazione che rende difficile la vita ai tanti cittadini che devono passare da un lato all’altro della strada. Il risultato è che il raccordo si tramuta così in una vera e propria barriera architettonica, tagliando in due alcuni quartieri e costringendo a “passeggiate” di alcune centinaia di metri i poveri pedoni che provano a passare. Solitamente raccordo in italiano sta per elemento di giunzione. Ma il disinteresse delle istituzioni cittadine riesce anche a cambiare il senso dell’italiano, in negativo ovviamente.

Articoli correlati