“Il bubbone precari esiste ma il rischio non è soltanto per i conti della Pubblica Amministrazione che potrebbero saltare. Ci sono rischio anche per gli stessi precari che potrebbero trovarsi a casa e dobbiamo evitare entrambe le cose” parola di assessore regionale alla Funzione Pubblica nonché precaria lei stessa.

Luisa Lantieri, l’assessore che deve occuparsi del problema precari, è nel suo studio di casa e sta leggendo proprio la sentenza della Corte Europea sulla vicenda dell’infermiera spagnola che rischia di mandare gambe all’aria leggi, norme e bilancio della Regione (leggi qui la sentenza integrale).

“Sto scrivendo proprio la norma che deve servire a risolvere definitivamente la vicenda dei precari – dice Luisa Lantieri a BlogSicilia – e naturalmente terremo conto anche di questa sentenza. Per un verso vi si stabilisce il diritto del lavoratore all’assunzione a tempo indeterminato in specifiche circostanze. si tratta di circostanze che ricorrono tutte per i nostri circa 15mila precari diretti che lavorano anche da 25 anni”.

Per la Regione non c’è il rischio che saltino i conti stabilizzando tutti?

“Sì. ma ci sono rischi anche per i lavoratori che dovessero ricorrere. I giudici potranno obbligarci a stabilizzare la dove ci sono posti liberi in pianta organica ma potrebbero applicare il job act per tutti gli altri che andrebbero a casa definitivamente con un risarcimento. Noi vogliamo evitarlo sia perché non sarebbe giusto dopo 25 anni di servizio, sia perchè i risarcimenti potrebbero essere anche troppo pesanti da sostenere”

Come evitare che il bubbone precari esploda allora?

“Il problema più grande da superare è quello posto dalla legge 101 (nota come legge D’Alia) che ha messo la Sicilia in grandissime difficoltà. Per questo stiamo interloquendo con lo Stato. Roma non deve metterci un euro. I soldi sono della Regione. Ma deve aiutarci a fare una norma ‘blindata’ che non venga impugnata”

Cosa ci sarà in questa norma ?

“Prevediamo di utilizzare la Resais, controllata regionale, e far confluire tutti lì e stabilizzarli con un contratto part time a 18 ore settimanali. Non abbiamo risorse per fare di più, ma questi soldi ci sono. In seguito la Resais stilerà accordi con i Comuni ai quali cederà il personale e saranno le amministrazioni locali a dare le integrazioni in funzione delle loro esigenze e possibilità economiche. Non è l’ottimo ma il meglio che si può fare per uscire da questa impasse”.

Ma pensate che i precari si accontenteranno o scoppierà l’ennesima rivolta ?

“Deve aiutarci Roma nel trovare le giuste soluzioni tecnico giuridiche anche nei confronti dell’Ue ma devono aiutarci anche loro, i precari. Non è giusto che continuino a vivere nell’incertezza della proroga, con stipendi che non arrivano e così via. C’è gente di 50 anni con famiglie a carico e che lavora da 25. Va rispettata. Così avranno stabilità e dignità. Ripeto non è l’ottimo ma il massimo che si può fare”