Fu un missile lanciato da un caccia francese ad abbattere il DC9 Itavia nei cieli di Ustica il 27 giugno del 1980. A distanza di oltre 43 anni l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato si dice abbastanza certo che quel giorno su una battaglia aerea a causare la strage. Lo ha detto in una intervista a Repubblica ricordando gli anni in cui era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e si occupò di quella vicenda. Nel mirino dei francesi con la complicità degli Stati Uniti c’era il leader libico Gheddafi. ma qualcuno lo avvertì e lui non era sul Mig che venne abbattuto. Quella sera un missile colpì il DC9 e adesso è il momento per i francesi di dire la verità. Non ci sono più motivi di politica internazionale che lo impediscano.

Una verità che bisognava avere il coraggio di dire

Per la presidente dell’associazione familiari delle vittime, Daria Bonfietti, Giuliano Amato ha detto una cosa ormai evidente ed acclarata, una cosa ovvia ma occorre che tutti i paesi coinvolti tolgano quel segreto e dicano la verità.

“Sono parole molto importanti quelle dette da Amato ed è una corretta ricostruzione di tutto quello che nelle carte c’è, che sappiamo da anni” cioè “che il Dc9 è stato abbattuto” e che, secondo la ricostruzione di Francesco Cossiga del 2009 “sarebbero stati i francesi” dice la Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, commenta l’intervista di Repubblica all’ex presidente del Consiglio. “Con questa nuova sollecitazione importantissima – aggiunge Bonfietti – si tratta di far tornare con forza l’attenzione sulla vicenda e di far capire che la nostra dignità nazionale è stata molto lesa dai comportamenti degli alleati”. Ora, sottolinea, occorre “chiedere con forza ai francesi e al presidente Macron – che non è coinvolto anche per motivi anagrafici – di attivarsi maggiormente per assumersi le loro responsabilità. È fondamentale e importante che insieme a me lo cominci a urlare anche qualcun altro. E Giuliano Amato è sempre stato una grande presenza per noi”. Tra le affermazioni di Amato, Bonfietti è rimasta colpita dalle rivelazioni su Craxi. “Non sapevo – dice – come lui sostiene, che fosse stato Craxi ad avvisare Gheddafi” del piano di farlo fuori, perché “nella ricostruzione di Cossiga era stato il generale Santovito quella notte ad avvisare” il leader libico. Ora, conclude Bonfietti, “mi aspetto qualcosa dalla Francia e mi aspetto che il Governo della Repubblica si attivi per farsi rispondere. Non è bello che i nostri alleati ci trattino così”.

Solo sciocchezze, esposto alla procura

Solo sciocchezze per il generale Leonardo Tricarico ex capo di stato maggiore dell’aeronautica italiana e oggi presidente dell’associazione verità su Ustica. Tricarico ha presentato un esposto alla procura di Roma con allegati i documenti che dimostrerebbero, invece, che fu un atto terroristico, una bomba posta a bordo dell’aereo.

“L’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica ha presentato un esposto alla procura di Roma nel quale diamo evidenza con documenti che è stata una bomba a bordo la causa della strage, informando anche su possibili piste da seguire. Il procuratore Lo Voi ha assegnato il fascicolo al sostituto Amelio. Speriamo che si proceda perché esiste ancora la possibilità che si venga a capo di quello che è successo”.

Rendere pubblici atti

Scenari inquietanti per il vice presidente del Csm Pinelli che chiede vengano resi pubblici tutti gli atti sulla vicenda.

“Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant’anni, scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala”. È quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli che annuncia: “condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta”.

“Borsellino – prosegue il vicepresidente del Csm – portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori”. “Per tali ragioni, condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta, nonché il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca. Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione – per quanto possibile – della verità storica della tragedia di Ustica”, ha concluso Pinelli.

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“Quello che facciamo al Copasir è segreto e non mi permetterei mai di rivelarlo. Amato ha detto delle cose importanti. Noi da sempre chiediamo la desecretazione di tutti gli atti e le pagine non chiare di quegli anni. Amato dice delle cose, in passato ha detto l’esatto opposto”. Lo afferma Giovanni Donzelli, vice presidente del Copasir e responsabile organizzazione di Fdi a margine della kermesse dei Conservatori e Riformisti a Reggio Calabria.

“Ci chiediamo – prosegue Donzelli – perchè Amato oggi dica queste cose, lo spiegherà per bene e spiegherà anche perchè in passato ha detto altre cose, ma ben venga quando le persone parlano è una buona notizia e quando ciascuno dice la sua verità è una buona notizia. Il problema è quando le persone stanno in silenzio”.

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