Torna a difendere il diritto della Dc ad essere partito e di Totò Cuffaro a portare avanti la propria azione politica e ideologica il Presidente della Regione Renato Schifani. Lo fa a margine del convegno della Corte dei Conti che il governatore ha utilizzato per parlare anche di siccità e di bilanci regionali ma non ah disdegnato rispondere su temi più politici.

Certe voci dovevano sollevarsi prima

E si dice amareggiato Schifani, del fatto che alcune voci in difesa delle prerogative Costituzionali richiamate da Cuffaro si siano sollevate soltanto a liste chiuse. Le ultime voci in difesa in questo senso sono state quelle del sindaco Roberto Lagalla e del leader di Italia Viva Matteo Renzi “Se queste voci si fossero sollevate prima della chiusura delle liste sarei stato più contento, aver fatto queste affermazioni solo dopo, a liste chiuse, lascia un senso di amarezza” ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.

Il riferimento è certamente alle dichiarazioni del leader di Iv Matteo Renzi e dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che hanno stigmatizzato il trattamento ricevuto da Totò Cuffaro e dalla Dc durante il confronto su accordi e candidature per le europee, ma non soltanto a quelle. Ed è una posizione che arriva all’indomani della scelta di Cuffaro che, annuncia, non farà mancare il proprio sostegno  a chi più impersona i valori che oggi sono quelli del Ppe.

Messa alla gogna una intera classe politica

“Cuffaro è un cittadino che ha espiato la pena, è stato riabilitato – ha sottolineato Schifani all’agenzia di stampa Dire -. In queste settimane è stato oggetto di attacchi che secondo me sono andati oltre, è stataa quasi messa alla gogna una intera forza politica pienamente legittima, fatta da migliaia di elettori, da una classe dirigente che conosco e apprezzo e da assessori eccellenti in giunta. Ho assistito a uno scenario che non mi è affatto piaciuto”.

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