Un Calogero Mannino che non nasconde la sua età, 80 anni, e che dice di “stare bene quanto basta” è quello che è apparso nella puntata di Casa Minutella andata in onda ieri su Trm Canale 13 del digitale terrestre, sulla pagina Facebook di BlogSicilia e su quella di Casa Minutella. L’ex ministro è stato intervistato dal conduttore della trasmissione, Massimo Minutella. In studio anche Elvira Terranova, giornalista Adnkronos.
Il titolo della puntata era “30 anni di Calvario”, tanti quanti ce ne sono voluti per potersi difendere da ben 12 procedimenti penali, tutti terminati con altrettante assoluzioni.
Dal 1991 ne è passata acqua sotto i ponti ma Calogero Mannino non ha affatto perso la sua lucidità e ha raccontato con enfasi la storia della sua vita politico-giudiziaria, ripercorrendo, tra l’alto, la storia della politica italiana, macchiata, secondo quanto ha sostenuto nel corso dell’intervista, da fatti inquietanti che hanno avuto come principale obbiettivo quello di distruggere e annientare lo strapotere della Democrazia Cristiana.
“Quando un uomo è sostenuto dalla forza della sua coscienza è preparato a tutto a maggior ragione è preparato a ciò che si attende e io attendevo l’assoluzione”, è questo il commento di Mannino sulla sentenza di assoluzione della prima sezione della corte d’appello di Palermo in uno stralcio del procedimento sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Mannino si è detto “liberato” in seguito all’assoluzione. Ma dal 1991 ad oggi, ha evidenziato, sono in tutto 12 le assoluzioni collezionate dall’ex politico.
C’è un unico, grande, filo conduttore che lega tutti i processi in cui è stato coinvolto l’ex ministro, come lo stesso sostiene. “La macchina accusatoria è identica fin dal primo procedimento che lo ha coinvolto la cosa grave”, afferma Mannino, ricordando come venne accusato anche da Rosario Spatola che poi scoprì essere un falso pentito.
Perchè Mannino fu dunque preso di mira? Perchè questo accanimento? Negli studi di Casa Minutella Mannino lo spiega più di una volta. Il risultato importante della DC in Sicilia indicava una linea di controtendenza che il partito aveva sul piano nazionale. “In Sicilia nasceva la rete del duo Orlando-Cascio – ha dichiarato durante la puntata Mannino – In Italia, invece, nasceva la Lega Nord”. Sono questi due partiti, secondo Mannino, che iniziano il processo di destrutturazione del sistema politico italiano. Mentre la DC e il Partito Socialista cercano di non profittare della crisi del Partito Comunista, chi vuole accelerare la crisi della DC e della DC mette in moto una iniziativa di carattere giudiziario che nel primo momento colpisce me perché la Sicilia era la basa forte della DC in Italia”, afferma con convinzione. “Mi hanno voluto colpire – ha aggiunto – perché sono stato l’artefice di un grande risultato politico-elettorale che salvaguardava la forza della DC ma c’era anche un interesse di cosa nostra in odio a Mannino perché Mannino era considerato il sostegno politico di Falcone”.
Chi è oggi Calogero Mannino? “Ho vissuto questi anni a Palermo – risponde – come un normale cittadino. Vado a messa, al cinema. Non ho mai sofferto di segni di intolleranza ma ho goduto di tanti segni di solidarietà”.
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