Ruota attorno a tre punti la perizia chiesta dalla procura generale di Palermo che ha avocato l’inchiesta sulla morte del cameraman palermitano Mario Biondo, trovato impiccato nella sua abitazione di Madrid, a maggio del 2013.
Il sostituto procuratore generale Domenico Gozzo, titolare dell’indagine, ha chiesto al Gip un incidente probatorio che, attraverso la nomina di un collegio di periti, faccia chiarezza su alcuni lati del caso ancora oscuri.
I tecnici, qualora il Gip accogliesse l’istanza, dovranno innanzitutto spiegare perché sul collo del giovane, che secondo la tesi accolta dai pm del primo grado, si sarebbe suicidato impiccandosi con una pashmina, c’era un doppio segno di stretta. Altro aspetto da chiarire è quello relativo alle contusioni trovate sulla fronte del cameraman che non si concilierebbero con l’assenza di segni di traumi accertata dalla consulenza della Procura. Infine, la scena del crimine. Biondo è stato trovato impiccato alla libreria della sua casa. I consulenti della sua famiglia, che sostiene la tesi del suicidio, hanno sostenuto che è impossibile che gli oggetti esposti sulla libreria siano rimasti al loro posto, come si evince dalle foto scattate dopo il ritrovamento.
Lo strangolamento provoca spasmi che i consulenti hanno paragonato ai movimenti derivanti da un sisma, quindi sarebbe inspiegabile il fatto che le due piume poggiate su una mensola non siano cadute. La decisione di avocare l’inchiesta, che accoglie l’istanza dei familiari del giovane, segue la richiesta di archiviazione della Procura che, dopo una riesumazione della salma, diverse rogatorie e l’analisi delle foto della stanza in cui fu scoperto il cadavere, aveva concluso per l’ipotesi del suicidio. I familiari di Biondo, certi che si sia trattato di un delitto, hanno sempre sostenuto la necessita’ di nuovi approfondimenti, nonostante oltre tre anni di indagini.
La richiesta di incidente probatorio è stata notificata, come persona offesa, alla vedova di Biondo, una nota giornalista spagnola, Raquel Sanchez Silva, che i magistrati palermitani hanno interrogato più volte. La moglie del cameraman venne sentita per approfondire alcune incongruenze presenti nei suoi racconti: a partire dall’ora in cui avrebbe saputo della morte del giovane marito, ai suoi spostamenti nel giorno del delitto.
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