Arrivano i controlli antidroga in classe. nei licei siciliani e in particolare in quelli di Palermo blitz a sorpresa delle forze dell’ordine con cani antidroga in classe coglie di sorpresa gli studenti. Il primo caso reso pubblico è stato quello di ieri quando i carabinieri hanno eseguito un controllo nel Liceo Umberto I di Palermo concordato con il preside Vito Lo Scrudato. I militari della stazione Olivella sono entrati nel plesso e con un paio di cani antidroga hanno passato al setaccio le classi.

Nel corso dei controlli uno studente è stato trovato in possesso di qualche grammo di marijuana. Per lui è scattata la segnalazione alla prefettura. Gli studenti non l’hanno presa bene ed  hanno affidato prima ad un post su facebook poi ad una nota alla stampa tutto il loro disappunto per i controlli a sorpresa.

“Siamo degli studenti dell’Umberto I e volevamo informare la città e gli organi di stampa del grave atto intimidatorio che oggi abbiamo subito. Stamani, infatti, su richiesta del nostro preside, sono state mandate una squadra cinofila e due volanti nel nostro istituto al fine di perquisire tutte le classi. L’azione è cominciata alle ore 10 e agli studenti è stato imposto di uscire dalle classi mentre, al loro interno, gli agenti con i cani perquisivano i nostri zaini.

Diversi studenti, minorenni, sono stati isolati dai propri compagni e chiusi all’interno della classe in presenza del dirigente scolastico e degli agenti. Senza un reale motivo diversi studenti hanno subito atteggiamenti dal tono chiaramente intimidatorio da parte delle forze dell’ordine, convocati in caserma e minacciati di presentarsi autonomamente perché, in caso contrario, sarebbero stati prelevati direttamente casa. Turbamento e paura hanno fatto presto a dilagare fra di noi che, improvvisamente, ci siamo trovati al cospetto di una situazione paradossale e inverosimile.

Una squadra numerosa di agenti in divisa irrompe nelle nostre classi e, alla nostra richiesta di spiegazioni, tace. “Con rabbia ci chiediamo se questo sia il tipo di scuola che ha in mente il Ministro all’istruzione e tutta la Governance… è questo, dunque, che prevede il Decreto sicurezza? Per loro la sicurezza è incutere timore negli studenti? E’ costruire una scuola in cui gli studenti vivano nell’ansia e nel timore di essere criminalizzati e maltrattati proprio nei luoghi deputati alla propria formazione intellettuale? Proprio nei luoghi in cui trascorrono la maggior parte del proprio tempo e che considerano uno spazio importante di socialità e crescita?

Ci mandano la polizia e i cani, nel frattempo i tetti ci crollano addosso, siamo costretti a venire muniti di coperte per scaldarci e trascorriamo le ore di lezione in classi super affollate. Realmente, c’è qualcosa che non va! Pensando a quanto vissuto oggi affermiamo con certezza che il risultato ottenuto oggi dagli agenti e dal preside stesso, attraverso questa ignobile azione, sia stata la semplice criminalizzazione e la pura umiliazione di alcuni studenti davanti ai propri compagni e i propri professori e non sicuramente un passo avanti nella lotta alle droghe. Siamo fermamente convinti che la vera sicurezza non stia nella presenza della polizia nelle scuole, nella repressione e nella paura! Vogliamo la polizia fuori dai nostri spazi!” affermano Ludovica Di Prima e Anna Taibi, studentessa del liceo classico Umberto I.

Il preside Vito Lo Scrudato getta acqua sul fuoco. “Siamo impegnati come educatori su diversi fronti. Cerchiamo di sensibilizzare gli studenti contro l’uso delle droghe e organizziamo diverse manifestazione contro la ludopatia. Ho assistito ai controlli e tutto si è svolto nella regolarità più assoluta. I carabinieri hanno agito con grande professionalità, attenzione e nel pieno rispetto delle garanzie per gli studenti. Un’attività di prevenzione e sensibilizzazione condotta con un piglio paterno da parte dei carabinieri. Nulla di traumatico”.

Ma l’episodio è tutt’altro che isolato. Un controllo analogo è stato eseguito al Duca degli Abruzzi nei giorni scorsi e altre ce ne sono in programma nei prossimi giorni, gli studenti sono avvisati. Questo perchè a Palermo ed in Sicilia in generale ormai è allarme sociale. Si stima che la prima canna arrivi entro il tredicesimo anno di età, che la droga riguardi ormai il 60% dei nostri giovani e non si fermi soltanto alla marijuana. Sempre secondo le stime nelle scuole superiori è allarme crack anche perché ormai il mercato nero è talmente sviluppato da avere perfino abbassato i prezzi: bastano 10 euro per una dose.

I presidi si dicono in larga maggioranza d’accordo con il sistema dei controlli mentre le famiglie sono divise fra chi ritiene siano un buon deterrente e chi predilige la privacy dei ragazzi. Decisamente contro i collettivi studenteschi che parlano di ‘provocazioni’ appoggiati dalla sinistra palermitana ed in particolare da Sinistra Comune che pensa siano stati passati i limiti: “Ci sono dei limiti precisi stabiliti dalla legge, estremamente stringenti quando si tratta di minori. Inoltre, non siamo certi degli esiti cui possa approdare il diffuso atteggiamento criminalizzante nei confronti dei ragazzi in questo periodo, se non ad un acuirsi del disagio sociale. Sembra che agli adolescenti sia riservato un atteggiamento di censura, senza l’attenta analisi delle cause e delle situazioni contingenti necessaria a prevenire ed eventualmente risolvere situazioni di esclusione sociale e marginalità”.

Resta il fatto che i controlli ci sono, continueranno e forse aumenteranno

(foto Facebook dalla pagina Collettivo Umberto)

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