Canoni concessori del demanio marittimo non riscossi la Procura regionale della Corte dei conti cita in giudizio funzionari del dipartimento ambiente accusati di aver creato danno erariale alle casse della Regione.

Dopo un’indagine del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo e alla Capitaneria di Porto di Palermo, sulla gestione in tutto il territorio regionale del demanio marittimo e sulla mancata riscossione dei canoni concessori da parte della Regione Siciliana, ha citato a giudizio per danno erariale funzionari e dirigenti regionali del Dipartimento dell’ambiente ritenuti responsabili della prescrizione dei canoni concessori sul territorio del Comune di Isola delle Femmine e non più recuperabili per gli anni 2010/2013.

Nel caso specifico oggetto della citazione a giudizio la minore entrata patita dalle casse regionali per ciascuna delle annualità esaminate ed esclusivamente per le concessioni ricadenti sul territorio di Isola delle Femmine è stata complessivamente quantificata in 169.378 euro. Sono stati citati a giudizio dirigenti pro tempore del servizio competente, Francesca Chinnici, danno contestato 5.557,95 euro, Salvatore Di Martino, danno contestato16.327 euro, Salvatore Anzà danno contestato 31.685 euro), Salvatore Di Salvo, danno contestato in 117.349 euro.

“L’articolata attività di indagine ha messo in luce come per anni la Regione ha ingiustificatamente trascurato il recupero dai canoni concessori di risorse pubbliche importanti in un territorio insulare a vocazione turistica quale la Sicilia – spiegano gli investigatori – Solo a seguito dei ripetuti accessi delle forze di polizia delegate dalla Procura della Corte dei conti, l’Amministrazione regionale ha iniziato una più efficace ricognizione delle concessioni, recuperando ad oggi oltre 3 milioni e 800 mila euro, somma spontaneamente versata dai concessionari inadempienti. Le attività d’indagine proseguono al fine di verificare il maggior numero possibile di concessionari inadempienti e le relative responsabilità funzionali dell’apparato amministrativo regionale”.