• Pensionati della Regione siciliana, è caos al Fondo Pensioni Sicilia
  • Manca il personale necessario, pensionati in attesa del calcolo dell’assegno definitivo di pensione
  • Problemi soprattutto per chi aveva stipulato la cessione del quinto dello stipendio

Dopo il ‘pasticcio’ dei pensionati richiamati in servizio (anche se una norma al momento li ha ‘salvati’), non c’è pace alla Regione siciliana che non riesce a mettere ordine nei suoi conti riguardanti proprio i pensionati. E’ caos negli uffici del Fondo Pensioni Sicilia che fa capo all’assessorato alla Funzione Pubblica.
Tanti gli ex dipendenti regionali che si vedono tuttora erogare meno di quanto previsto e che si chiedono quando potranno ricevere quanto gli spetta.

La denuncia di un nostro lettore

Quanto sta accadendo ci viene raccontato da un nostro lettore che preferisce mantenere l’anonimato.
In pensione dal giugno 2020, ha 60 anni e per 30 anni ha prestato servizio presso l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
“Nella mia stessa situazione – premette – si trovano circa un migliaio di persone e voglio oltretutto precisare che non stiamo parlando di ‘baby pensionati’. C’è chi ha lavorato per la Regione per 40 anni e adesso si trova in questa condizione assai spiacevole, soprattutto per le famiglie monoreddito. Ho sempre pensato che sia necessario essere solidali con i colleghi. Al Fondo Pensioni Sicilia, senza dubbio, manca il personale necessario a dare adeguata assistenza agli ex dipendenti adesso in pensione. Una riforma è necessaria e quanto mai urgente”.

L’assegno definitivo di pensione e la cessione del quinto

Ci spiega ancora il nostro lettore: “C’è un ritardo nel calcolo dell’assegno definitivo di pensione, ma, un fatto ben più grave, riguarda coloro che avevano stipulato la cessione del quinto dello stipendio al netto. Sino a prima dello scorso anno, la cessione del quinto non poteva essere fatta sull’assegno temporaneo di pensione, lo dice una norma nazionale. Ebbene, nel mio caso ed in tanti altri, la trattenuta viene fatta lo stesso, e mi sono visto decurtare anche un quarto delle pensione, quindi più del quinto, nonostante la stessa norma specifichi che la trattenuta non può superare il quinto della pensione”.

Conti in disordine

Il pensionato che ci racconta la sua vicenda non si è arreso, e si è recato più volte al Fondo Pensioni Sicilia. “A settembre scorso – precisa – mi hanno detto che avrebbero provveduto a fare ordine nei conti entro 150 giorni dal collocamento in quiescenza. Cosa che non è accaduta. Sto attendendo gli sviluppi della situazione. Percepisco regolarmente la mia pensione ma con una decurtazione che non è certo di lieve entità.
Al Fondo Pensioni Sicilia, come tutti sanno, c’è poco personale e questa è una delle cause di quanto sta accadendo agli ex dipendenti regionali. Da qui deriva un danno economico per gli stessi. Confrontandomi con ex colleghi, ho capito che ci si aggira su una cifra che va dai 300 ai 500 euro a pensionato ma che potrebbe anche essere superiore. Altra questione riguarda la buonuscita, ovvero il trattamento di fine rapporto.
La mia non l’ho ancora avuta, perché secondo una norma nazionale per il calcolo bisogna attendere due anni dal pensionamento, la Regione siciliana è intervenuta con una norma che aggiunge altri tre anni.
Mi chiedo se sia giusto, dopo tanti anni di servizio svolto con dedizione e serietà, dover subire tutto questo”.

Per dovere di cronaca, è necessario precisare che abbiamo provato a contattare gli uffici del Fondo Pensioni Sicilia ma non abbiamo ottenuto risposta. Restiamo a disposizione per eventuali repliche ed osservazioni.

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