Si annuncia un lungo braccio di ferro, fatto di carte bollate, tra il comune di Monreale e la società Mirto di San Cipirello, che ieri ha inviato una lunghissima diffida al comune, e per conoscenza alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Palermo.

La società fino alla scorsa settimana svolgeva il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per il comune di Monreale che, in seguito alla sopraggiunta interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Palermo il 14 novembre, glielo aveva tolto, assegnandolo sotto riserva di legge alla News System Service di Marsala, giunta seconda nella gara d’appalto.

Come successo in seguito alla prima interdittiva antimafia emessa ad Agosto, anche stavolta la F. Mirto aveva poi ottenuto dal Presidente del TAR di Palermo l’ordinanza di sospensione del provvedimento.

La società respinge al mittente le accuse di ritardo nel pagamento degli stipendi dei dipendenti: “La F. Mirto – si legge nella nota – ha pagato interamente le retribuzioni dei dipendenti fino al mese di settembre e corrisposto acconti per il mese di ottobre, sebbene il Comune non provvede ormai da mesi a corrispondere i dovuti pagamenti”.
Ad essere inadempiente, secondo la ditta, sarebbe invece il comune “che ha corrisposto un acconto per le fatture di giugno e luglio 2019, mentre le fatture da agosto ad ottobre, emesse dalla FL Mirto esecutrice del servizio per tali periodi, sono rimaste non pagate, e ciò a dispetto della normativa in materia di pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Pertanto, consegue l’obbligo da parte della PA di corrispondere non solo le somme oggetto di fattura ma anche gli interessi maturati”.

La stessa società, in questa complessa questione che rischia di avere pesanti risvolti legali, si dichiara parte lesa, lamentando il ritardo da parte del Comune nel pagamento delle fatture relative al servizio di conferimento del rifiuto organico, ed esprimendo “l’esigenza di avere tutti i pagamenti finora non corrisposti poiché necessari al pagamento delle retribuzioni”.

Nella delibera pubblicata ieri sull’albo pretorio del comune, l’ente si era dichiarato pronto a sostituirsi alla ditta nel pagamento degli stipendi non ancora corrisposti ai dipendenti (in base all’art. 30 comma 6 del decreto legislativo 50/2016). Una decisione che – scrive la ditta – non sarebbe legittima, in quanto tale “potere sostitutivo sarebbe applicabile quando esiste tra le parti un contratto”. “L’Ente – continua la nota -, in maniera illegittima e senza ragione alcuna, ha costretto l’azienda F. Mirto fino al 31 luglio 2019, e poi le FL Mirto dal 1 agosto 2019 al 23 novembre 2019, ad operare nelle forme della consegna in via d’urgenza sotto riserva di legge, non stipulando così i rispettivi contratti d’appalto. Di conseguenza, non vi sono i prerequisiti affinché possa attivarsi la procedura di sostituzione”.

La Mirto contesta anche alcuni punti della delibera della giunta comunale, laddove si legge: “in relazione a tale ultimo provvedimento interdittivo nessuna impugnativa è stata comunicata a questa amministrazione e non risulta, pertanto, alcuna sospensione da parte del Tar”, ed ancora “il provvedimento interdittivo ad oggi efficace nei confronti della ditta “F. Mirto S.r.l.” non consente a questa amministrazione di effettuare alcuna attribuzione patrimoniale di qualsivoglia natura nei confronti della ditta in parola”. Nella diffida inviata al comune, la società non solo scrive di aver ottenuto provvedimento da parte del Presidente del TAR di sospensione dell’efficacia del provvedimento interdittivo del 14.11.2019, ma di averne informato la PA con pec del 29.11.2019 (la delibera di giunta è successiva del 2 dicembre, ndr).

Alla luce della sospensiva non ci sarebbe quindi “nessun motivo ostativo al pagamento delle fatture in favore dell’azienda, che tra l’altro lo richiede da tempo, sottolineandone anche l’urgenza al fine del pagamento delle retribuzioni ai dipendenti”.

“La PA è estremamente inadempiente – continua la nota – alle norme nazionali ed europee relative alla tempestività dei pagamenti, e tali ritardi sono, tra l’altro, causa di danno all’erario poiché sarà poi obbligata a corrispondere gli interessi maturati”.

La società, che quindi si dichiara parte lesa, ha inviato formale “diffida al comune di Monreale dal procedere all’attivazione della procedura di sostituzione” prevista all’articolo 30 comma 6 del decreto legislativo 50/2016, e ha intimato il comune a provvedere immediatamente e senza ulteriore ritardo al saldo delle fatture emesse dalle F Mirto srl, “compresi gli interessi maturati, poiché tali somme sono indispensabili per il pagamento delle retribuzioni dei dipendenti (residuo ottobre e quelle ancora non scadute del mese di novembre)”.